"La continuità e lo specchio" (titolo intrigante e ambiguo) elabora i contributi a due recenti incontri avvenuti al Politecnico di Torino -il primo volto a indagare strategie europee per la riprogettazione dei paesaggi fluviali, il secondo inteso a confrontare strategie locali e internazionali nel loro modo di affrontare il tema dei paesaggi fluviali in relazione alla città e all'agricoltura. Il libro si pone perciò -nella linea di ricerca del dipartimento-, come un materiale che, essendosi nutrito sia di pensieri e operatività rintracciate in territori concettuali e geografici anche lontani, sia di valutazioni di esperienze di governo del territorio, sia di riflessioni proprie del mondo dell'università, si offre alla realtà dell'accademia e al di fuori dell'accademia come strumento di riflessione e di stimolo: nella convinzione che sia utile costruire collaborazioni strette tra enti di ricerca, strutture universitarie, e enti che amministrano il territorio coinvolgendo negli sviluppi del lavoro le realtà locali, gli abitanti le associazioni. Collaborazioni che vedono nel progetto un campo di sperimentazione -e di crescita- dell'auspicato dialogo tra competenze diverse che intendono superare visioni settoriali senza perdere la ricchezza delle specificità disciplinari e delle esperienze particolari. Il tema di fondo è la necessità di attrezzarsi per affrontare la quotidianità dei problemi, per intervenire nei tessuti ordinari: non è l'episodio di 'eccellenza' che risulta risolutivo per la qualità del paesaggio, ma la costruzione di modalità condivise di lettura e interpretazione delle identità dei luoghi e il moltiplicarsi di realizzazioni anche minute, ma significative nel loro essere esempio, stimolo, indicazione di percorsi possibili. In questo contesto di attenzioni al paesaggio -inteso come l'ambiente in cui si vive, che si attraversa, che si contempla e che vogliamo conoscere quando è altro da quello che ci è noto-, c’è attenzione per conservare i tratti distintivi, le specificità dei luoghi, in termini di creazione di nuovi paesaggi di ripristino di situazioni degradate, potenzialità delle trasformazioni. C’è inoltre il rimando agli archivi, ma archivi vivi, condivisi, archivi come patrimonio di idee, creatività, come 'strumento per una consapevolezza collettiva': archivi che sanno conservare tutto, ma che riescono anche a mettere in scena tracce selettive di una memoria che, per essere operativa, deve necessariamente vivere di selezioni, di scelte, variabili nel tempo -anche quello breve del nostro esistere individuale-. L'accumulo delle informazioni non serve se non in presenza di strategie di utilizzo e di idee di progetto, se non si è in grado di prelevare nei giacimenti del passato i materiali del proprio bagaglio per muovere passi nel futuro. Questa raccolta di testimonianze, riflessioni, casi studio, esperienze va nella direzione di allargare orizzonti conoscitivi, di indurre processi di emulazione, di incoraggiare nuove sperimentazioni, di far conoscere i problemi e anche soluzioni possibili proponendosi, mi pare, come lettura per un pubblico vasto di persone che intendano ragionare sui luoghi del loro abitare. --- Saggio introduttivo: Archivi di paesaggi ed esiti della ricerca / Laura Sasso (p. 10-19).

La continuità e lo specchio : progettare architetture e paesaggi fluviali = Continuity and the mirror : designing architectures and river landscapes / Sasso, Laura. - (2005).

La continuità e lo specchio : progettare architetture e paesaggi fluviali = Continuity and the mirror : designing architectures and river landscapes

SASSO, Laura
2005

Abstract

"La continuità e lo specchio" (titolo intrigante e ambiguo) elabora i contributi a due recenti incontri avvenuti al Politecnico di Torino -il primo volto a indagare strategie europee per la riprogettazione dei paesaggi fluviali, il secondo inteso a confrontare strategie locali e internazionali nel loro modo di affrontare il tema dei paesaggi fluviali in relazione alla città e all'agricoltura. Il libro si pone perciò -nella linea di ricerca del dipartimento-, come un materiale che, essendosi nutrito sia di pensieri e operatività rintracciate in territori concettuali e geografici anche lontani, sia di valutazioni di esperienze di governo del territorio, sia di riflessioni proprie del mondo dell'università, si offre alla realtà dell'accademia e al di fuori dell'accademia come strumento di riflessione e di stimolo: nella convinzione che sia utile costruire collaborazioni strette tra enti di ricerca, strutture universitarie, e enti che amministrano il territorio coinvolgendo negli sviluppi del lavoro le realtà locali, gli abitanti le associazioni. Collaborazioni che vedono nel progetto un campo di sperimentazione -e di crescita- dell'auspicato dialogo tra competenze diverse che intendono superare visioni settoriali senza perdere la ricchezza delle specificità disciplinari e delle esperienze particolari. Il tema di fondo è la necessità di attrezzarsi per affrontare la quotidianità dei problemi, per intervenire nei tessuti ordinari: non è l'episodio di 'eccellenza' che risulta risolutivo per la qualità del paesaggio, ma la costruzione di modalità condivise di lettura e interpretazione delle identità dei luoghi e il moltiplicarsi di realizzazioni anche minute, ma significative nel loro essere esempio, stimolo, indicazione di percorsi possibili. In questo contesto di attenzioni al paesaggio -inteso come l'ambiente in cui si vive, che si attraversa, che si contempla e che vogliamo conoscere quando è altro da quello che ci è noto-, c’è attenzione per conservare i tratti distintivi, le specificità dei luoghi, in termini di creazione di nuovi paesaggi di ripristino di situazioni degradate, potenzialità delle trasformazioni. C’è inoltre il rimando agli archivi, ma archivi vivi, condivisi, archivi come patrimonio di idee, creatività, come 'strumento per una consapevolezza collettiva': archivi che sanno conservare tutto, ma che riescono anche a mettere in scena tracce selettive di una memoria che, per essere operativa, deve necessariamente vivere di selezioni, di scelte, variabili nel tempo -anche quello breve del nostro esistere individuale-. L'accumulo delle informazioni non serve se non in presenza di strategie di utilizzo e di idee di progetto, se non si è in grado di prelevare nei giacimenti del passato i materiali del proprio bagaglio per muovere passi nel futuro. Questa raccolta di testimonianze, riflessioni, casi studio, esperienze va nella direzione di allargare orizzonti conoscitivi, di indurre processi di emulazione, di incoraggiare nuove sperimentazioni, di far conoscere i problemi e anche soluzioni possibili proponendosi, mi pare, come lettura per un pubblico vasto di persone che intendano ragionare sui luoghi del loro abitare. --- Saggio introduttivo: Archivi di paesaggi ed esiti della ricerca / Laura Sasso (p. 10-19).
2005
9788882230722
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