I recenti anni di sviluppo di tutto ciò che, digitale, si esprime con una sequenza di zero e uno, hanno visto proliferare strumenti software sempre più sofisticati che spesso travalicano le capacità dell'utente finale ponendolo in una condizione di inferiorità espressiva. Il distacco tra strumento e utente è paradossale poichè il miglioramento dei software dovrebbe portare nella direzione opposta; purtroppo accade sempre più spesso che funzioni nuove non sono untilizzate ma al contrario costituicono una complicazione in più per chi, in ultima analisi, deve imparare a progettare o, più semplicemente, “consegnare il lavoro in tempo”. Si vuole in questa occasione presentare alcune considerazioni, sulla base di esperienze didattiche e professionali, che vorrebbero spezzare una lancia in favore di un minimalismo strumentale opposto al pachidermico incalzare di software complessi, pesanti, costosi, e, per questo, spesso sottoutilizzati, se non lesivi dell'efficienza. Efficienza che non deve essere considerata solo in termini monetari ma prima di tutto in termini di rapidità di esecuzione di compiti basilari come quelli del disegno 3D e della visualizzazione del progetto: il designer deve poter dominare tutte le fasi del progetto fin dalle prime fasi del lavoro e combattere con i software non aiuta a porsi nella giusta ottica progettuale. In questo senso è importante definire una cultura del progetto virtuale in cui si chiarisca fin da subito l'importanza fondamentale del cosa in contrapposizione al come.

Virtual Design: possibilità progettuali e communicative del digitale / Valpreda, Fabrizio. - ELETTRONICO. - (2004), pp. 1-35.

Virtual Design: possibilità progettuali e communicative del digitale

VALPREDA, Fabrizio
2004

Abstract

I recenti anni di sviluppo di tutto ciò che, digitale, si esprime con una sequenza di zero e uno, hanno visto proliferare strumenti software sempre più sofisticati che spesso travalicano le capacità dell'utente finale ponendolo in una condizione di inferiorità espressiva. Il distacco tra strumento e utente è paradossale poichè il miglioramento dei software dovrebbe portare nella direzione opposta; purtroppo accade sempre più spesso che funzioni nuove non sono untilizzate ma al contrario costituicono una complicazione in più per chi, in ultima analisi, deve imparare a progettare o, più semplicemente, “consegnare il lavoro in tempo”. Si vuole in questa occasione presentare alcune considerazioni, sulla base di esperienze didattiche e professionali, che vorrebbero spezzare una lancia in favore di un minimalismo strumentale opposto al pachidermico incalzare di software complessi, pesanti, costosi, e, per questo, spesso sottoutilizzati, se non lesivi dell'efficienza. Efficienza che non deve essere considerata solo in termini monetari ma prima di tutto in termini di rapidità di esecuzione di compiti basilari come quelli del disegno 3D e della visualizzazione del progetto: il designer deve poter dominare tutte le fasi del progetto fin dalle prime fasi del lavoro e combattere con i software non aiuta a porsi nella giusta ottica progettuale. In questo senso è importante definire una cultura del progetto virtuale in cui si chiarisca fin da subito l'importanza fondamentale del cosa in contrapposizione al come.
2004
9788890112836
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