Lo studio analizza le profonde trasformazioni edilizie apportate all’originario impianto della “cappella regia” di protezione ducale annessa all’antica chiesa di Sant’Andrea su progetto (1678) di Guarino Guarini fino a considerare il radicale intervento di parziale demolizione delle strutture seicentesche, ampliate con soluzioni in termini di colto “neobarocco” legato alla cultura eclettica tra Otto e Novecento ad opera dell’architetto torinese Carlo Ceppi. Attraverso un percorso di ricerca documentaria condotto presso gli archivi di Stato e della Città di Torino, oltre che presso l’archivio del Santuario della Consolata, si giunge alla lettura delle diverse fasi costruttive del santuario, a partire dal passaggio tra le prime soluzioni del Guarini e la modifica settecentesca apportata da Filippo Juvarra che ricava un piccolo ambiente ellittico destinato ad accogliere la macchina d’altare, sfondando la parete di chiusura dell’esagono guariniano. Il rilievo ottocentesco dell’architetto Giovanni Battista Ferrante restituisce nel 1886 i caratteri dell’edificio effettivamente costruito, permettendo di leggere le modifiche apportate in corso d’opera, nel confronto con i progetti originari finora considerati. L’elenco accurato degli interventi eseguiti fino al 1861 – tra cui la realizzazione del nuovo pronao neoclassico in facciata (1853, progetto Gioacchino Marone e Antonio Boffa) e l’edicola laterale (1858, progetto di Vincenzo Vela) per collocare le statue delle regine Maria Teresa e Maria Adelaide di Savoia - rendono i disegni relativi alla pianta e alla sezione della chiesa l’insostituibile riferimento documentario per la comprensione dell’architettura sei-settecentesca. L’ultimo grande progetto di trasformazione architettonica risale alla fine dell’Ottocento e rende ragione dell’attuale complessità d’impianto dell’edificio. Tale progetto di ampliamento e trasformazione funzionale si deve (1899) all’architetto Carlo Ceppi, in adesione alle indicazioni del committente don Giuseppe Allamano. I tre disegni in copia conservati presso l’Archivio Storico della Città di Torino (fondo “Permessi Edilizi”) consentono di precisare i caratteri dell’intervento eseguito che moltiplica il modulo juvarriano attraverso la realizzazione di quattro nuove cappelle laterali collegate allo spazio centrale, demolendo la struttura perimetrale del grande esagono seicentesco. Al Ceppi subentrano nel cantiere gli architetti Giovanni Battista Ferrante e Giuseppe Ferreri d’Orsara. Antonio Vandone di Cortemilia è presente nel cantiere dal 1903 come direttore dei lavori, cui si deve il progetto di ripresa dell’intero apparato decorativo interno oltre alla costruzione dei nuovi cupolini delle cappelle. Il volume è l’esito di una campagna di ricerche su Guarino Guarini avviata nel maggio 2002 con il XX Seminario internazionale di Storia dell’architettura promosso dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza (direttore prof. Guido Beltramini), con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Torino e il sostegno della Compagnia di San Paolo. I contributi scientifici pubblicati di numerosi autori stranieri oltre che italiani, si propongono come opera monografica aggiornata sulla centralità e il ruolo della figura di Guarino Guarini nell’ambito della storia dell’architettura del grande barocco internazionale.

La Consolata: il progetto di Guarini e le riplasmazioni successive / Roggero, Costanza - In: Guarino Guarini / DARDANELLO GIUSEPPE; KLAIBER SUSAN; MILLON HENRY A CURA DI. - TORINO : Umberto ALLEMANDI, 2006. - ISBN 9788842214717. - pp. 377-385

La Consolata: il progetto di Guarini e le riplasmazioni successive

ROGGERO, Costanza
2006

Abstract

Lo studio analizza le profonde trasformazioni edilizie apportate all’originario impianto della “cappella regia” di protezione ducale annessa all’antica chiesa di Sant’Andrea su progetto (1678) di Guarino Guarini fino a considerare il radicale intervento di parziale demolizione delle strutture seicentesche, ampliate con soluzioni in termini di colto “neobarocco” legato alla cultura eclettica tra Otto e Novecento ad opera dell’architetto torinese Carlo Ceppi. Attraverso un percorso di ricerca documentaria condotto presso gli archivi di Stato e della Città di Torino, oltre che presso l’archivio del Santuario della Consolata, si giunge alla lettura delle diverse fasi costruttive del santuario, a partire dal passaggio tra le prime soluzioni del Guarini e la modifica settecentesca apportata da Filippo Juvarra che ricava un piccolo ambiente ellittico destinato ad accogliere la macchina d’altare, sfondando la parete di chiusura dell’esagono guariniano. Il rilievo ottocentesco dell’architetto Giovanni Battista Ferrante restituisce nel 1886 i caratteri dell’edificio effettivamente costruito, permettendo di leggere le modifiche apportate in corso d’opera, nel confronto con i progetti originari finora considerati. L’elenco accurato degli interventi eseguiti fino al 1861 – tra cui la realizzazione del nuovo pronao neoclassico in facciata (1853, progetto Gioacchino Marone e Antonio Boffa) e l’edicola laterale (1858, progetto di Vincenzo Vela) per collocare le statue delle regine Maria Teresa e Maria Adelaide di Savoia - rendono i disegni relativi alla pianta e alla sezione della chiesa l’insostituibile riferimento documentario per la comprensione dell’architettura sei-settecentesca. L’ultimo grande progetto di trasformazione architettonica risale alla fine dell’Ottocento e rende ragione dell’attuale complessità d’impianto dell’edificio. Tale progetto di ampliamento e trasformazione funzionale si deve (1899) all’architetto Carlo Ceppi, in adesione alle indicazioni del committente don Giuseppe Allamano. I tre disegni in copia conservati presso l’Archivio Storico della Città di Torino (fondo “Permessi Edilizi”) consentono di precisare i caratteri dell’intervento eseguito che moltiplica il modulo juvarriano attraverso la realizzazione di quattro nuove cappelle laterali collegate allo spazio centrale, demolendo la struttura perimetrale del grande esagono seicentesco. Al Ceppi subentrano nel cantiere gli architetti Giovanni Battista Ferrante e Giuseppe Ferreri d’Orsara. Antonio Vandone di Cortemilia è presente nel cantiere dal 1903 come direttore dei lavori, cui si deve il progetto di ripresa dell’intero apparato decorativo interno oltre alla costruzione dei nuovi cupolini delle cappelle. Il volume è l’esito di una campagna di ricerche su Guarino Guarini avviata nel maggio 2002 con il XX Seminario internazionale di Storia dell’architettura promosso dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza (direttore prof. Guido Beltramini), con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Torino e il sostegno della Compagnia di San Paolo. I contributi scientifici pubblicati di numerosi autori stranieri oltre che italiani, si propongono come opera monografica aggiornata sulla centralità e il ruolo della figura di Guarino Guarini nell’ambito della storia dell’architettura del grande barocco internazionale.
2006
9788842214717
Guarino Guarini
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