L’articolo, che apre la serie degli approfondimenti tematici dedicati al Piemonte sabaudo, introduce il concetto di “sistema” territoriale, sottolineando la complessità delle relazioni che accompagnano la formazione dello stato moderno. Dalla metà del Cinquecento alla fine del Settecento il ruolo della committenza sovrana propone quale chiave interpretativa dell’intero processo, la ragione del modello, che diviene a sua volta programma politico e ideologico insieme, reso esplicito attraverso il multiforme linguaggio del progetto. Il territorio, la città-capitale e l’architettura si configurano come grande metafora barocca del potere sovrano, espressione ‘per opere’ di un sistema che, sulle diverse scale, sostiene la tesi dell’unico indiscusso obiettivo, politico e dinastico insieme. Il programma perseguito dai Savoia tende a costruire lo spazio fisico dello stato a partire dalla frammentazione dei possedimenti e dalla loro profonda disomogeneità anche culturale; a perseguire una prospettiva d’espansione attraverso annessioni atte a garantire la continuità territoriale; a predisporre le difese sui confini e infine a stabilire un baricentro – la città capitale – quale sede emblematica e polarizzante delle attività istituzionali e di governo. In questa direzione si legge il progetto urbanistico per la nuova capitale degli stati che si propone come ingrandimento alla ‘moderna’, nel passaggio dalla forma quadrata della città medievale a quella ellittica centralizzata sui palazzi del governo. In parallelo si considera il secondo processo in direzione centrifuga coincidente con il sistema delle ville ducali e reali suburbane. Questo appare segnato dall’irradiarsi di inedite coordinate territoriali – i grandi viali esterni alberati – che dalla città collegano il palazzo reale con le sedi di caccia e loisir, nel tramite segnato dalle porte urbane. Sono quindi i grandi cantieri di corte – architettonici e artistici – coordinati dai primi architetti nominati dal sovrano, a tradurre tale processo unitario in modi conformi ai modelli d’Europa. Lo studio è stato condotto all’interno del progetto di ricerca cofinanziato (2001) dal MIUR “Atlante tematico del barocco in Italia settentrionale. Le residenze della nobiltà e dei ceti emergenti: il sistema dei palazzi e delle ville” (coordinatore scientifico a livello nazionale: prof. Maria Luisa Gatti Perer, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore; responsabile unità locale Costanza Roggero, Politecnico di Torino, Dipartimento Casa-città). La ricerca rimanda al più ampio filone di studi di rilevanza internazionale, coordinati dal prof. Marcello Fagiolo sul tema dell’”Atlante del Barocco” – in precedenza avviati nel quadro della ricerca “Atlas Mondial de la civilisation baroque” promossa dall’UNESCO , con il quale si è collaborato per il settore relativo al Piemonte dell’”Atlante mondiale del barocco” e quindi dell’”Atlante del Barocco in Italia”. A tale ambito sono correlati i due convegni nazionali cui si è partecipato: “Atlante del barocco in Italia. Il sistema delle residenze nobiliari. L’architettura e le arti” (promosso dal Centro di Studi sulla cultura e l’immagine di Roma e dall’Accademia dei Lincei, Roma 4-7 dicembre 2002) e “Atlante tematico del barocco in Italia settentrionale. Le residenze della nobiltà e dei ceti emergenti: il sistema dei palazzi e delle ville” (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, 10-13 dicembre 2003).

L'architettura del Sovrano nel Piemonte sabaudo: il sistema territoriale della città-capitale barocca, dal palazzo urbano alla 'corona di delitie' / Roggero, Costanza. - In: ARTE LOMBARDA. - ISSN 0004-3443. - 141:(2004), pp. 5-15.

L'architettura del Sovrano nel Piemonte sabaudo: il sistema territoriale della città-capitale barocca, dal palazzo urbano alla 'corona di delitie'

ROGGERO, Costanza
2004

Abstract

L’articolo, che apre la serie degli approfondimenti tematici dedicati al Piemonte sabaudo, introduce il concetto di “sistema” territoriale, sottolineando la complessità delle relazioni che accompagnano la formazione dello stato moderno. Dalla metà del Cinquecento alla fine del Settecento il ruolo della committenza sovrana propone quale chiave interpretativa dell’intero processo, la ragione del modello, che diviene a sua volta programma politico e ideologico insieme, reso esplicito attraverso il multiforme linguaggio del progetto. Il territorio, la città-capitale e l’architettura si configurano come grande metafora barocca del potere sovrano, espressione ‘per opere’ di un sistema che, sulle diverse scale, sostiene la tesi dell’unico indiscusso obiettivo, politico e dinastico insieme. Il programma perseguito dai Savoia tende a costruire lo spazio fisico dello stato a partire dalla frammentazione dei possedimenti e dalla loro profonda disomogeneità anche culturale; a perseguire una prospettiva d’espansione attraverso annessioni atte a garantire la continuità territoriale; a predisporre le difese sui confini e infine a stabilire un baricentro – la città capitale – quale sede emblematica e polarizzante delle attività istituzionali e di governo. In questa direzione si legge il progetto urbanistico per la nuova capitale degli stati che si propone come ingrandimento alla ‘moderna’, nel passaggio dalla forma quadrata della città medievale a quella ellittica centralizzata sui palazzi del governo. In parallelo si considera il secondo processo in direzione centrifuga coincidente con il sistema delle ville ducali e reali suburbane. Questo appare segnato dall’irradiarsi di inedite coordinate territoriali – i grandi viali esterni alberati – che dalla città collegano il palazzo reale con le sedi di caccia e loisir, nel tramite segnato dalle porte urbane. Sono quindi i grandi cantieri di corte – architettonici e artistici – coordinati dai primi architetti nominati dal sovrano, a tradurre tale processo unitario in modi conformi ai modelli d’Europa. Lo studio è stato condotto all’interno del progetto di ricerca cofinanziato (2001) dal MIUR “Atlante tematico del barocco in Italia settentrionale. Le residenze della nobiltà e dei ceti emergenti: il sistema dei palazzi e delle ville” (coordinatore scientifico a livello nazionale: prof. Maria Luisa Gatti Perer, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore; responsabile unità locale Costanza Roggero, Politecnico di Torino, Dipartimento Casa-città). La ricerca rimanda al più ampio filone di studi di rilevanza internazionale, coordinati dal prof. Marcello Fagiolo sul tema dell’”Atlante del Barocco” – in precedenza avviati nel quadro della ricerca “Atlas Mondial de la civilisation baroque” promossa dall’UNESCO , con il quale si è collaborato per il settore relativo al Piemonte dell’”Atlante mondiale del barocco” e quindi dell’”Atlante del Barocco in Italia”. A tale ambito sono correlati i due convegni nazionali cui si è partecipato: “Atlante del barocco in Italia. Il sistema delle residenze nobiliari. L’architettura e le arti” (promosso dal Centro di Studi sulla cultura e l’immagine di Roma e dall’Accademia dei Lincei, Roma 4-7 dicembre 2002) e “Atlante tematico del barocco in Italia settentrionale. Le residenze della nobiltà e dei ceti emergenti: il sistema dei palazzi e delle ville” (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, 10-13 dicembre 2003).
2004
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