La Convenzione Europea del Paesaggio richiama più volte la necessità di affrontare le politiche del paesaggio tenendo presente la dimensione percettiva. I “soggetti interessati” (espressione volutamente più ampia di quella di abitanti) devono essere coinvolti nell’identificazione e valutazione dei paesaggi, nonché nella scelta degli obiettivi di qualità. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, limitandosi ad un richiamo all’identità nazionale, non dà seguito a tali indicazioni e raccomandazioni, forse a causa della scarsa diffusione e condivisione delle metodologie utilizzabili in un campo che sconfina con le “soggettività”. Proprio di queste metodologie tratta il saggio, riportando esperienze internazionali e esperienze dell’Autrice, in particolare quelle sperimentate nell’Atlante dei paesaggi piemontesi. Un ventaglio di tecniche, dalle inchieste dirette sulle preferenze di gruppi sociali, a indagini esperte sui valori scenici, a analisi indirette su fonti secondarie, fino all’utilizzo dell’universo delle rappresentazioni del world wide web. Il tentativo è quello di applicare metodi propri della sociologia ambientale alle esigenze della pianificazione paesaggistica, ragionando sull’applicabilità delle diverse tecniche alle scale di lavoro proprie della pianificazione e concentrando l’indagine su quegli aspetti che possono essere oggetto di strategie e interventi.

La percezione sociale del paesaggio e l'Atlante / Cassatella, Claudia. - In: URBANISTICA. - ISSN 0042-1022. - 138:(2009), pp. 13-17.

La percezione sociale del paesaggio e l'Atlante

CASSATELLA, CLAUDIA
2009

Abstract

La Convenzione Europea del Paesaggio richiama più volte la necessità di affrontare le politiche del paesaggio tenendo presente la dimensione percettiva. I “soggetti interessati” (espressione volutamente più ampia di quella di abitanti) devono essere coinvolti nell’identificazione e valutazione dei paesaggi, nonché nella scelta degli obiettivi di qualità. Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, limitandosi ad un richiamo all’identità nazionale, non dà seguito a tali indicazioni e raccomandazioni, forse a causa della scarsa diffusione e condivisione delle metodologie utilizzabili in un campo che sconfina con le “soggettività”. Proprio di queste metodologie tratta il saggio, riportando esperienze internazionali e esperienze dell’Autrice, in particolare quelle sperimentate nell’Atlante dei paesaggi piemontesi. Un ventaglio di tecniche, dalle inchieste dirette sulle preferenze di gruppi sociali, a indagini esperte sui valori scenici, a analisi indirette su fonti secondarie, fino all’utilizzo dell’universo delle rappresentazioni del world wide web. Il tentativo è quello di applicare metodi propri della sociologia ambientale alle esigenze della pianificazione paesaggistica, ragionando sull’applicabilità delle diverse tecniche alle scale di lavoro proprie della pianificazione e concentrando l’indagine su quegli aspetti che possono essere oggetto di strategie e interventi.
2009
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