“Allorché queste componenti astratte, la luce, il cielo, oppure l’acqua, risultano composte e ordinate dai materiali e dalla geometria, allora, a sua volta, la natura rende astratta l’architettura”. (Tadao Ando, Materiali, geometria, natura. 1990) Geometria, spazio e luce rivestono un ruolo centrale nel linguaggio progettuale di Tadao Ando. Allo stesso tempo queste componenti sono profondamente interrelate per attribuire significatività all’architettura. La Geometria, nel significato di figura conformatrice dell’edificio, consente ad Ando di creare un nuovo ordine per l’architettura, contrapposto al contesto, organico e consolidato. Il gesto architettonico genera una nuova misura del luogo che suggerisce nuovi e differenti valori. Una geometria fatta di forme semplici è alla base della teoria architettonica di Ando. Inoltre egli sostiene che il suo obbiettivo principale è di dare vita a una architettura che sia allo stesso tempo astratta e figurativa, attribuendo un’articolazione labirintica a semplici forme geometriche. Lo Spazio, la cui comprensione si basa su volumi primari, trova nei muri e nelle luci i suoi elementi di configurazione e controllo. I muri cercano di descrivere la profondità degli spazi che delimitano, di narrare lo spessore delle facciate, di esprimere il senso di gravità e continuità che rimanda alla struttura statica del telaio. La Luce, come Ando afferma, rappresenta la vera generatrice dello spazio nell’architettura: non può esistere spazio senza luce. La luce è un elemento sottile, morbido, variabile ed intangibile che, attraverso il continuo cambiamento, contribuisce alla qualificazione degli spazi. La luce, così come possiamo percepirla nell’espressione degli spazi architettonici, appare come una componente cosmica, ciclica e perenne rivelata dal minuto rilievo che le ombre creano. Nell’architettura di Ando la luce si manifesta in tutta la sua cosmica profondità, offrendosi come strumento di misura del passaggio del tempo. In questo scritto verranno analizzati, con gli strumenti propri delle discipline della rappresentazione, i concetti di geometria, spazio, luce, evidenziandone le relazioni interne, nell’opera di Ando. Per illustrare tali concetti verrà applicato un ventaglio strumenti interpretativi: dalla lettura dei disegni autografi in relazione ai testi di Ando, allo studio geometrico dell’edificio attraverso compenetrazioni fra solidi e superfici, alla modellazione, al rendering, allo studio solare, all’animazione digitale. In particolare, facendo riferimento a casi studio, verranno sviluppate analisi e considerazioni rispetto alla generazione geometrica degli edifici nelle relazioni con il contesto, alla conformazione degli spazi interni ed esterni, al significato della luce naturale dentro e fuori dall’edificio nello svolgersi del tempo.

Geometria, Spazio, Luce nell’opera di Tadao Ando: una proposta di lettura attraverso il Disegno / Spallone, Roberta. - STAMPA. - II:(2010), pp. 742-747. (Intervento presentato al convegno CONVEGNO AED 2009 tenutosi a Firenze nel 17-19 settembre 2009).

Geometria, Spazio, Luce nell’opera di Tadao Ando: una proposta di lettura attraverso il Disegno

SPALLONE, Roberta
2010

Abstract

“Allorché queste componenti astratte, la luce, il cielo, oppure l’acqua, risultano composte e ordinate dai materiali e dalla geometria, allora, a sua volta, la natura rende astratta l’architettura”. (Tadao Ando, Materiali, geometria, natura. 1990) Geometria, spazio e luce rivestono un ruolo centrale nel linguaggio progettuale di Tadao Ando. Allo stesso tempo queste componenti sono profondamente interrelate per attribuire significatività all’architettura. La Geometria, nel significato di figura conformatrice dell’edificio, consente ad Ando di creare un nuovo ordine per l’architettura, contrapposto al contesto, organico e consolidato. Il gesto architettonico genera una nuova misura del luogo che suggerisce nuovi e differenti valori. Una geometria fatta di forme semplici è alla base della teoria architettonica di Ando. Inoltre egli sostiene che il suo obbiettivo principale è di dare vita a una architettura che sia allo stesso tempo astratta e figurativa, attribuendo un’articolazione labirintica a semplici forme geometriche. Lo Spazio, la cui comprensione si basa su volumi primari, trova nei muri e nelle luci i suoi elementi di configurazione e controllo. I muri cercano di descrivere la profondità degli spazi che delimitano, di narrare lo spessore delle facciate, di esprimere il senso di gravità e continuità che rimanda alla struttura statica del telaio. La Luce, come Ando afferma, rappresenta la vera generatrice dello spazio nell’architettura: non può esistere spazio senza luce. La luce è un elemento sottile, morbido, variabile ed intangibile che, attraverso il continuo cambiamento, contribuisce alla qualificazione degli spazi. La luce, così come possiamo percepirla nell’espressione degli spazi architettonici, appare come una componente cosmica, ciclica e perenne rivelata dal minuto rilievo che le ombre creano. Nell’architettura di Ando la luce si manifesta in tutta la sua cosmica profondità, offrendosi come strumento di misura del passaggio del tempo. In questo scritto verranno analizzati, con gli strumenti propri delle discipline della rappresentazione, i concetti di geometria, spazio, luce, evidenziandone le relazioni interne, nell’opera di Ando. Per illustrare tali concetti verrà applicato un ventaglio strumenti interpretativi: dalla lettura dei disegni autografi in relazione ai testi di Ando, allo studio geometrico dell’edificio attraverso compenetrazioni fra solidi e superfici, alla modellazione, al rendering, allo studio solare, all’animazione digitale. In particolare, facendo riferimento a casi studio, verranno sviluppate analisi e considerazioni rispetto alla generazione geometrica degli edifici nelle relazioni con il contesto, alla conformazione degli spazi interni ed esterni, al significato della luce naturale dentro e fuori dall’edificio nello svolgersi del tempo.
2010
9788860555724
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