Un profondo cambiamento segna l’urbanistica e l’architettura di questi ultimi due decenni e si esprime come lontananza dal progetto moderno, apertura di nuovi problemi, modifiche di linguaggi e tecniche. Al cambiare di tutto o quasi si sovrappone un discorso critico che non è mai sembrato così disarmato, poco attento ad osservare ciò che l’urbanistica fa, il modo in cui argomenta ciò che fa, in cui interpreta problemi, chiarisce intenzioni, produce giustificazioni, cambia linguaggi. Manca una migliore descrizione dell’urbanistica e del suo progetto che sia anche un tornare a descrivere, osservare, interpretare i temi del discorso urbanistico; chiarire ed esplicitare i modi messi in atto per ordinare il mondo sensibile esercitando un’azione politica al di là degli aspetti normativi e della ricostruzione del negoziato. In mancanza di un tale atteggiamento è fin troppo facile parlare di difficoltà, sconfitta, impoverimento. Scopo di questo libro è provare a descrivere alcuni aspetti dell’urbanistica italiana di questi ultimi venti anni. Al di fuori da un atteggiamento nostalgico, di perdita e al di fuori da una entusiastica accettazione delle condizioni contemporanee. Un tale compito si giustifica con la convinzione che en-tro una situazione difficile permangano importanti spiragli di conoscenza e azione, che lo sfondo disegnato da coloro che pensano ad un impoverimento sia realistico, ma non racconti tutto. Che in esso si possa riallacciare un’azione affermativa: una certa libertà di movimento e di pensiero.

Il Novecento è davvero finito : considerazioni sull'urbanistica / Bianchetti, Anna Maria Cristina. - STAMPA. - (2011), pp. 1-150.

Il Novecento è davvero finito : considerazioni sull'urbanistica

BIANCHETTI, Anna Maria Cristina
2011

Abstract

Un profondo cambiamento segna l’urbanistica e l’architettura di questi ultimi due decenni e si esprime come lontananza dal progetto moderno, apertura di nuovi problemi, modifiche di linguaggi e tecniche. Al cambiare di tutto o quasi si sovrappone un discorso critico che non è mai sembrato così disarmato, poco attento ad osservare ciò che l’urbanistica fa, il modo in cui argomenta ciò che fa, in cui interpreta problemi, chiarisce intenzioni, produce giustificazioni, cambia linguaggi. Manca una migliore descrizione dell’urbanistica e del suo progetto che sia anche un tornare a descrivere, osservare, interpretare i temi del discorso urbanistico; chiarire ed esplicitare i modi messi in atto per ordinare il mondo sensibile esercitando un’azione politica al di là degli aspetti normativi e della ricostruzione del negoziato. In mancanza di un tale atteggiamento è fin troppo facile parlare di difficoltà, sconfitta, impoverimento. Scopo di questo libro è provare a descrivere alcuni aspetti dell’urbanistica italiana di questi ultimi venti anni. Al di fuori da un atteggiamento nostalgico, di perdita e al di fuori da una entusiastica accettazione delle condizioni contemporanee. Un tale compito si giustifica con la convinzione che en-tro una situazione difficile permangano importanti spiragli di conoscenza e azione, che lo sfondo disegnato da coloro che pensano ad un impoverimento sia realistico, ma non racconti tutto. Che in esso si possa riallacciare un’azione affermativa: una certa libertà di movimento e di pensiero.
2011
978-88-6036-549-1
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