In Italia, i corsi universitari di Disegno Industriale sono nati con l’intenzione di formare operatori allenati ad una visione critica del progetto e capaci di misurarsi con scenari differenti coniugando la dimensione tecnico produttiva ed economica con la dimensione socio culturale. Obiettivi dell’insegnamento del progetto erano le relazioni tra funzione, suggestione, innovazione e adeguamento al contesto. Oggi, la situazione è mutata e due condizioni, in particolare, hanno portato ad una revisione dei modelli formativi e di educazione al progetto in ambito universitario: la consapevolezza che il Design è oggi un incrocio, una piazza in cui si incontrano scienze umane e tecniche, per cui il Designer è chiamato alla mediazione e integrazione di differenti saperi e competenze; la constatazione che il Design si è evoluto nella domanda, dove accanto alla tradizionale richiesta del “come fare?”, oggi il Designer è interrogato sul “cosa fare?” o sul “dove fare?”. Da una dimensione di solutore di problemi si passa pertanto alla richiesta di un Designer esploratore, capace di indagare nuove tipologie di prodotto, nuovi settori merceologici, nuovi modi di produzione e modelli di consumo. Tre domande a diversa scala a cui corrispondono tre obiettiviti formativi di complessità crescente nell’educazione del Designer all’esplorazione: designer consapevole, nel leggere il presente (esploratore 1); designer di scenario, per prefigurare il futuro (esploratore 2); designer navigante, per scartare dal senso comune (esploratore 3).

A design training model in Italy / Germak, Claudio; Bozzola, Marco. - In: STRATEGIC DESIGN RESEARCH JOURNAL. - ISSN 1984-2988. - ELETTRONICO. - 3(2010), pp. 13-19. [10.4013/sdrj.2010.31.03]

A design training model in Italy

GERMAK, Claudio;BOZZOLA, MARCO
2010

Abstract

In Italia, i corsi universitari di Disegno Industriale sono nati con l’intenzione di formare operatori allenati ad una visione critica del progetto e capaci di misurarsi con scenari differenti coniugando la dimensione tecnico produttiva ed economica con la dimensione socio culturale. Obiettivi dell’insegnamento del progetto erano le relazioni tra funzione, suggestione, innovazione e adeguamento al contesto. Oggi, la situazione è mutata e due condizioni, in particolare, hanno portato ad una revisione dei modelli formativi e di educazione al progetto in ambito universitario: la consapevolezza che il Design è oggi un incrocio, una piazza in cui si incontrano scienze umane e tecniche, per cui il Designer è chiamato alla mediazione e integrazione di differenti saperi e competenze; la constatazione che il Design si è evoluto nella domanda, dove accanto alla tradizionale richiesta del “come fare?”, oggi il Designer è interrogato sul “cosa fare?” o sul “dove fare?”. Da una dimensione di solutore di problemi si passa pertanto alla richiesta di un Designer esploratore, capace di indagare nuove tipologie di prodotto, nuovi settori merceologici, nuovi modi di produzione e modelli di consumo. Tre domande a diversa scala a cui corrispondono tre obiettiviti formativi di complessità crescente nell’educazione del Designer all’esplorazione: designer consapevole, nel leggere il presente (esploratore 1); designer di scenario, per prefigurare il futuro (esploratore 2); designer navigante, per scartare dal senso comune (esploratore 3).
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