Nella Scuola di Applicazione degli Ingegneri e degli Architetti di Torino, nata nel 1860 e confluita nella fondazione del Politecnico nel 1906, il disegno permeava il curriculum di ingegneri e architetti civili costituendo un linguaggio comune e trasversale alle differenti discipline, fra le quali gli insegnamenti portanti della Scuola di Architettura e Costruzioni. L'attività didattica ebbe importanti ripercussioni in attività pubblicistiche, di cui docenti della Scuola erano autori, curatori, direttori, rivolte a studenti e professionisti, come testimoniano la fiorente produzione manualistica e la significativa nascita, nell’arco di un trentennio, di numerose riviste di settore. Nell'insegnamento di Architettura tenuto, in sequenza, da Carlo Promis, Carlo Ceppi, Giovanni Castellazzi e Angelo Reycend, è evidente il nesso, dovuto a fattori storici e influenze culturali, con il corso di Architecture di cui fu per trentacinque anni docente Jean-Nicholas-Luis Durand, fin dalla fondazione nel 1795 dell'École Polytechnique. Il mecanisme de la composition, nucleo del metodo di Durand, basato sulla logica combinatoria di elementi e parti, atta a moltiplicare gli esiti formali da declinare su differenti tipi edilizi, si manifesta in disegni senza scala, schematici e astraenti, rigorosamente mongiani, mentre nella scuola torinese un metodo analogo, esemplificato attraverso temi compositivi sottoposti a condizioni di vincolo ideali e ai dettami del Regolamento edilizio locale, trova riscontro in disegni a scala architettonica, redatti secondo le convenzioni in uso nella pratica professionale. Nel contributo proposto verranno messe in luce, utilizzando come fonti i manuali per la didattica, le riviste, i temi di esercitazione proposti agli allievi e i loro elaborati, le relazioni fra i progetti senza luogo e i disegni di tante architetture che troveranno nel monumentale Manuale dell'architetto di Daniele Donghi, anch'egli allievo della Scuola, luogo di convergenza e di formalizzazione di una manualistica tipologica la cui influenza perdurerà per tutta la prima metà del XX secolo.

Il disegno di architetture senza luogo per la formazione professionale nella Scuola di Applicazione degli Ingegneri e degli Architetti di Torino / Spallone, Roberta. - STAMPA. - (2013), pp. 221-228. (Intervento presentato al convegno Atopie tenutosi a Napoli nel 4-5-2012).

Il disegno di architetture senza luogo per la formazione professionale nella Scuola di Applicazione degli Ingegneri e degli Architetti di Torino

SPALLONE, Roberta
2013

Abstract

Nella Scuola di Applicazione degli Ingegneri e degli Architetti di Torino, nata nel 1860 e confluita nella fondazione del Politecnico nel 1906, il disegno permeava il curriculum di ingegneri e architetti civili costituendo un linguaggio comune e trasversale alle differenti discipline, fra le quali gli insegnamenti portanti della Scuola di Architettura e Costruzioni. L'attività didattica ebbe importanti ripercussioni in attività pubblicistiche, di cui docenti della Scuola erano autori, curatori, direttori, rivolte a studenti e professionisti, come testimoniano la fiorente produzione manualistica e la significativa nascita, nell’arco di un trentennio, di numerose riviste di settore. Nell'insegnamento di Architettura tenuto, in sequenza, da Carlo Promis, Carlo Ceppi, Giovanni Castellazzi e Angelo Reycend, è evidente il nesso, dovuto a fattori storici e influenze culturali, con il corso di Architecture di cui fu per trentacinque anni docente Jean-Nicholas-Luis Durand, fin dalla fondazione nel 1795 dell'École Polytechnique. Il mecanisme de la composition, nucleo del metodo di Durand, basato sulla logica combinatoria di elementi e parti, atta a moltiplicare gli esiti formali da declinare su differenti tipi edilizi, si manifesta in disegni senza scala, schematici e astraenti, rigorosamente mongiani, mentre nella scuola torinese un metodo analogo, esemplificato attraverso temi compositivi sottoposti a condizioni di vincolo ideali e ai dettami del Regolamento edilizio locale, trova riscontro in disegni a scala architettonica, redatti secondo le convenzioni in uso nella pratica professionale. Nel contributo proposto verranno messe in luce, utilizzando come fonti i manuali per la didattica, le riviste, i temi di esercitazione proposti agli allievi e i loro elaborati, le relazioni fra i progetti senza luogo e i disegni di tante architetture che troveranno nel monumentale Manuale dell'architetto di Daniele Donghi, anch'egli allievo della Scuola, luogo di convergenza e di formalizzazione di una manualistica tipologica la cui influenza perdurerà per tutta la prima metà del XX secolo.
2013
9788890458576
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