Nella sperimentazione si sono valutati alcuni aspetti tecnici e tecnologici relativi alla produzione di energia, in forma di biogas, ottenuta dalla digestione anaerobica di scarti provenienti principalmente da produzioni agricole – zootecniche. Questa tecnica è ben nota e utilizzata da diversi anni, ma a fronte di un crescente interesse da parte delle autorità locali, contrappone una certa stazionarietà nella risoluzione dei principali problemi che la accompagnano. Agendo su un territorio locale che fa dell’agricoltura, e della zootecnia, uno dei comparti produttivi maggiormente soggetto a rischi economici, questo studio fornisce alcune risposte pratiche, e attuabili, agli operatori locali volto sia a migliorare la produzione di metano da reattori esistenti, sia nella realizzazione di nuovi. La possibilità di risolvere problemi pratici come l’abbattimento dei cattivi odori e la gestione dei reflui zootecnici, a fronte di tempi di ritorno degli investimenti inferiori ai dieci anni, rende agricoltori e allevatori molto ben disposti verso soluzioni di questo tipo. L’obiettivo è stato quello di realizzare un digestore anaerobico sperimentale di medie dimensioni, e utilizzarlo per effettuare una serie di prove volte a testare le rese di differenti tipologie di mix. Il presente lavoro si articola in cinque capitoli; il primo affronta le tematiche relative al recupero di energia dalla biomassa. In particolare sono illustrati i molteplici benefici ambientali ed economici, e le diverse tecnologie legate alla digestione anaerobica. Quest’ultimo argomento viene esplicitato nel dettaglio nel capitolo successivo, dove si riportano i processi tecnologici che permettono la produzione di metano da biomassa organica. Nel terzo capitolo viene descritta la filiera del biogas, valutando la scelta della biomassa, e le principali linee di trattamento aziendali. Inoltre si approfondiscono le modalità di pretrattamento e successivo impiego del biogas, oltre al corretto utilizzo agronomico del digestato, in linea con la normativa vigente. Nel quarto capitolo si descrivono gli strumenti operativi impiegati per la realizzazione del presente lavoro: nella prima parte è presente un’approfondita descrizione del digestore anaerobico sperimentale, mentre nella successiva viene affrontato lo sviluppo degli strumenti informatici impiegati per l’analisi dei dati post-prova. Infine viene illustrato lo svolgimento dei test sui vari mix utilizzati: ad una prima fase di calibrazione con l’impiego di letame suino, è stata testata una miscela di letame bovino e siero di latte. Successivamente dopo una serie di modifiche tecniche all’impianto, sono stati effettuati dei test conoscitivi sul potenziale metanigeno di un mix di letame bovino e insilato di mais. Grazie ai risultati ottenuti si è deciso di effettuare delle prove sulla stessa miscela, ma a carico organico variabile. Seguono le considerazioni finali, e le prospettive future.

VALUTAZIONI DI PRODUZIONE DI BIOGAS DA PROVE SPERIMENTALI DI DIGESTIONE ANAEROBICA DA DIFFERENTI MIX DI SCARTI DA BIOMASSA AGR / Riggio, VINCENZO ANDREA. - (2010).

VALUTAZIONI DI PRODUZIONE DI BIOGAS DA PROVE SPERIMENTALI DI DIGESTIONE ANAEROBICA DA DIFFERENTI MIX DI SCARTI DA BIOMASSA AGR

RIGGIO, VINCENZO ANDREA
2010

Abstract

Nella sperimentazione si sono valutati alcuni aspetti tecnici e tecnologici relativi alla produzione di energia, in forma di biogas, ottenuta dalla digestione anaerobica di scarti provenienti principalmente da produzioni agricole – zootecniche. Questa tecnica è ben nota e utilizzata da diversi anni, ma a fronte di un crescente interesse da parte delle autorità locali, contrappone una certa stazionarietà nella risoluzione dei principali problemi che la accompagnano. Agendo su un territorio locale che fa dell’agricoltura, e della zootecnia, uno dei comparti produttivi maggiormente soggetto a rischi economici, questo studio fornisce alcune risposte pratiche, e attuabili, agli operatori locali volto sia a migliorare la produzione di metano da reattori esistenti, sia nella realizzazione di nuovi. La possibilità di risolvere problemi pratici come l’abbattimento dei cattivi odori e la gestione dei reflui zootecnici, a fronte di tempi di ritorno degli investimenti inferiori ai dieci anni, rende agricoltori e allevatori molto ben disposti verso soluzioni di questo tipo. L’obiettivo è stato quello di realizzare un digestore anaerobico sperimentale di medie dimensioni, e utilizzarlo per effettuare una serie di prove volte a testare le rese di differenti tipologie di mix. Il presente lavoro si articola in cinque capitoli; il primo affronta le tematiche relative al recupero di energia dalla biomassa. In particolare sono illustrati i molteplici benefici ambientali ed economici, e le diverse tecnologie legate alla digestione anaerobica. Quest’ultimo argomento viene esplicitato nel dettaglio nel capitolo successivo, dove si riportano i processi tecnologici che permettono la produzione di metano da biomassa organica. Nel terzo capitolo viene descritta la filiera del biogas, valutando la scelta della biomassa, e le principali linee di trattamento aziendali. Inoltre si approfondiscono le modalità di pretrattamento e successivo impiego del biogas, oltre al corretto utilizzo agronomico del digestato, in linea con la normativa vigente. Nel quarto capitolo si descrivono gli strumenti operativi impiegati per la realizzazione del presente lavoro: nella prima parte è presente un’approfondita descrizione del digestore anaerobico sperimentale, mentre nella successiva viene affrontato lo sviluppo degli strumenti informatici impiegati per l’analisi dei dati post-prova. Infine viene illustrato lo svolgimento dei test sui vari mix utilizzati: ad una prima fase di calibrazione con l’impiego di letame suino, è stata testata una miscela di letame bovino e siero di latte. Successivamente dopo una serie di modifiche tecniche all’impianto, sono stati effettuati dei test conoscitivi sul potenziale metanigeno di un mix di letame bovino e insilato di mais. Grazie ai risultati ottenuti si è deciso di effettuare delle prove sulla stessa miscela, ma a carico organico variabile. Seguono le considerazioni finali, e le prospettive future.
2010
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