Il lavoro iniziato nell’estate 2010 sui materiali lapidei naturali provenienti dalla domus dei Putti Danzanti si inserisce in un contesto di collaborazione interdisciplinare del Politecnico di Torino con l’Università di Trieste. Il contributo petrografico qui proposto parte, come d’abitudine, dal riconoscimento dei materiali impiegati nell’architettura e nella decorazione con particolare attenzione all’individuazione della loro provenienza, per confrontarsi poi a livello archeologico su due aspetti significativi e complessi allo stesso tempo. Il primo è rappresentato dalla stratificazione eccezionalmente ricca dello scavo che restituisce molte fasi sovrapposte dove da una parte è possibile riconoscere una sorprendente continuità formale - ad esempio dei mosaici pavimentali – che può coesistere con una più normale evoluzione del tipo di materiale impiegato: tale aggiornamento in alcuni casi segue le regole legate a mode comuni a gran parte dell’impero, mentre in altri vede il sistematico riutilizzo e la valorizzazione di materiali pregiati recuperati dalle fasi costruttive precedenti. Il secondo ambito di approfondimento si inserisce nel filone di studio dei flussi di marmi e pietre all’interno dell’impero e studierà i materiali con un’attenzione particolare al ruolo della città di Aquileia come nodo strategico di lavorazione e ridistribuzione commerciale di materiali di provenienza orientale, ma anche regionale, verso tutto il nord Italia.

I materiali lapidei della Domus dei Putti danzanti: marmi bianchi e colorati / GOMEZ SERITO, Maurizio; Rulli, E.. - STAMPA. - (2012), pp. 309-316. (Intervento presentato al convegno L’architettura privata ad Aquileia in età romana tenutosi a Padova nel 21-22 febbraio 2011).

I materiali lapidei della Domus dei Putti danzanti: marmi bianchi e colorati

GOMEZ SERITO, Maurizio;
2012

Abstract

Il lavoro iniziato nell’estate 2010 sui materiali lapidei naturali provenienti dalla domus dei Putti Danzanti si inserisce in un contesto di collaborazione interdisciplinare del Politecnico di Torino con l’Università di Trieste. Il contributo petrografico qui proposto parte, come d’abitudine, dal riconoscimento dei materiali impiegati nell’architettura e nella decorazione con particolare attenzione all’individuazione della loro provenienza, per confrontarsi poi a livello archeologico su due aspetti significativi e complessi allo stesso tempo. Il primo è rappresentato dalla stratificazione eccezionalmente ricca dello scavo che restituisce molte fasi sovrapposte dove da una parte è possibile riconoscere una sorprendente continuità formale - ad esempio dei mosaici pavimentali – che può coesistere con una più normale evoluzione del tipo di materiale impiegato: tale aggiornamento in alcuni casi segue le regole legate a mode comuni a gran parte dell’impero, mentre in altri vede il sistematico riutilizzo e la valorizzazione di materiali pregiati recuperati dalle fasi costruttive precedenti. Il secondo ambito di approfondimento si inserisce nel filone di studio dei flussi di marmi e pietre all’interno dell’impero e studierà i materiali con un’attenzione particolare al ruolo della città di Aquileia come nodo strategico di lavorazione e ridistribuzione commerciale di materiali di provenienza orientale, ma anche regionale, verso tutto il nord Italia.
2012
9788897385196
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