Nelle città vive quasi metà della popolazione mondiale: 2.6 miliardi di abitanti su un totale di 5.8 miliardi. In Europa più del 75% della popolazione vive in insediamenti definiti urbani e la percentuale sale all’80% nei paesi dell’Unione europea. L’importanza delle città non è solo connessa alla concentrazione di popolazione, si può infatti affermare che la dipendenza dalle città per lavoro e servizi è tale per cui oggi tutte le componenti della società e dell’economia e tutte le parti del territorio sono strettamente dipendenti da esse (Dematteis, 1997, p. 15). I profondi mutamenti nella geografia dell’economia mondiale hanno importanti conseguenze sulle città. Le tendenze economiche in atto hanno rimesso in gioco antichi equilibri e modificato logiche di crescita e di sviluppo che si erano consolidate negli anni. In particolare i fenomeni della mondializzazione dell’economia e dell’integrazione europea espongono con sempre maggiore intensità le aree urbane alla concorrenza internazionale, facendo emergere una crescente competizione fra i centri e, allo stesso tempo, esasperando i problemi di frammentazione sociale e territoriale. Contemporaneamente i fenomeni di mondializzazione e di integrazione determinano grandi e inedite opportunità per tutte le città, aprendo la strada alla cooperazione e alla strategia del cooperare per competere. Le reti di città rivolte alla cooperazione tra aree urbane, supportate e talvolta promosse dalle istituzioni comunitarie, nazionali e regionali, permettono di affrontare i problemi che colpiscono le città e di progettare soluzioni, di scambiare idee ed esperienze, di mettersi direttamente in discussione, di importare politiche e di intraprendere azioni comuni. Si determina una nuova situazione che può essere definita di networking attivo: le città agiscono attivamente all’interno della rete, stabilendo connessioni tangibili (e non) a livello locale con i relativi soggetti, a livello regionale con il territorio circostante, a livello globale con città e organizzazioni nazionali ed internazionali e mettendo in gioco le proprie capacità di interazione. All’interno di questi fenomeni, le città assumono un nuovo ruolo sulla scena internazionale. Esse sembrano sempre più agire come soggetti collettivi, come attori economici, politici e sociali (Bagnasco e Le Galès, 1997; Jensen-Butler, 1997). L’obiettivo della tesi è indagare le strategie di sviluppo locale delle città europee attraverso l’analisi dei loro comportamenti nelle reti di città e delle loro capacità di risposta ai continui stimoli e perturbazioni che provengono dai livelli superiori. Lo studio intende confrontarsi con la questione urbana all’interno dell’Unione europea, individuando alcune linee di riflessione per riconoscere il ruolo fondamentale delle città (l’Europa delle città) nella costruzione dell’integrazione europea. Il percorso della ricerca empirica è organizzata su due livelli: - nel primo si presenta criticamente il ruolo delle reti di città, intese come uno strumento di sviluppo locale (“cooperare per competere”) per le città europee; - nel secondo si discutono le esperienze di sviluppo e i percorsi seguiti attraverso le reti urbane da alcune città nel rispondere alle opportunità offerte dai programmi urbani comunitari. La tesi è articolata in quattro parti. Nella prima parte si esaminano i complessi fenomeni di mondializzazione dell’economia che investono le città europee e le nuove forme di organizzazione spaziale che esse assumono. La ricostruzione di questi processi si pone l’obiettivo di inquadrare il ragionamento e le problematiche che si intendono affrontare, chiarendo le ipotesi di partenza della ricerca. La seconda parte analizza i programmi dell’Unione europea a favore delle aree urbane e le nuove indicazioni sulla “questione urbana”. Le aree urbane non godono ancora di uno specifico riconoscimento da parte dell’Ue; infatti le politiche comunitarie di coesione economica e sociale sono incentrate su obiettivi specificatamente regionali. Tuttavia, dal 1989, la Commissione europea ha riconosciuto la necessità di prestare maggiore attenzione ai problemi delle città attraverso alcune azioni e programmi (FESR, RECITE, Progetti pilota urbani, URBAN). Nella terza parte si analizzano le reti di città attraverso uno studio esemplificativo di due reti di cooperazione europea (Eurocities e Quartiers en Crise). L’analisi è stata compiuta attraverso l’interpretazione delle risposte date ad un questionario inviato a tutte le città membri delle suddette reti. Dalla lettura delle risposte al questionario emergono alcune riflessioni che riguardano la valutazione dei risultati della partecipazione alle reti, i vantaggi e gli svantaggi, le ricadute positive e negative sulle città, la partecipazione ad altre reti. L’analisi ha inoltre permesso di individuare due attitudini delle città nei confronti delle reti, la cooperazione e la competizione, e diverse tipologie di comportamento al loro interno. Infine, sono svolte alcune riflessioni relativamente alle dinamiche che regolano il rapporto tra reti urbane e città. Nella quarta parte, si analizzano le “risposte locali” ai programmi urbani europei (FESR, RECITE, PPU, URBAN) di cinque casi di studio (Glasgow, Manchester, Lille, Lyon, Torino). In primo luogo si chiariscono i motivi che hanno indotto a scegliere questi casi, i problemi riscontrati durante il loro studio e il percorso di ricerca seguito per la loro analisi. L’obiettivo di questa parte è comprendere le strategie di sviluppo delle città attraverso l’analisi delle relazioni tra locale e globale nei progetti (finiti, in corso d’opera o da realizzare) promossi dall’Unione europea all’interno di programmi a favore delle aree urbane. I capitoli inerenti le cinque città analizzate come casi di studio sono organizzati nel modo seguente: presentazione delle caratteristiche principali di ogni città, analisi della loro partecipazione ai programmi europei e ricostruzione di alcuni progetti di trasformazione in cui sono principalmente esaminati le risposte locali ed il ruolo degli attori attraverso la comprensione delle relazioni tra progetto e rete locale e tra progetto e milieu locale; dell’interazione tra reti locali e rete globale; dell’inserimento dei progetti nel sistema urbano. L’analisi ha condotto a confermare il ruolo determinante degli attori locali e dell’interazione reti locali/milieu nell’analisi delle risposte locali. La capacità di integrazione interna delle reti locali determina azioni specifiche all’esterno. Questa capacità è anche fondamentale nel trasformare le potenzialità esterne in vantaggi competitivi per la città. La ricerca conduce a supporre che le reti di città possono quindi rappresentare una possibile strategia di sviluppo locale e che i programmi urbani comunitari possono essere uno stimolo per la riorganizzazione della rete locale ed elementi strategici e di una possibile metodologia per una politica urbana.

L’Europa delle città. Partecipazione alle reti urbane e strategie di sviluppo locale / Rossignolo, Cristiana. - (1998).

L’Europa delle città. Partecipazione alle reti urbane e strategie di sviluppo locale

ROSSIGNOLO, Cristiana
1998

Abstract

Nelle città vive quasi metà della popolazione mondiale: 2.6 miliardi di abitanti su un totale di 5.8 miliardi. In Europa più del 75% della popolazione vive in insediamenti definiti urbani e la percentuale sale all’80% nei paesi dell’Unione europea. L’importanza delle città non è solo connessa alla concentrazione di popolazione, si può infatti affermare che la dipendenza dalle città per lavoro e servizi è tale per cui oggi tutte le componenti della società e dell’economia e tutte le parti del territorio sono strettamente dipendenti da esse (Dematteis, 1997, p. 15). I profondi mutamenti nella geografia dell’economia mondiale hanno importanti conseguenze sulle città. Le tendenze economiche in atto hanno rimesso in gioco antichi equilibri e modificato logiche di crescita e di sviluppo che si erano consolidate negli anni. In particolare i fenomeni della mondializzazione dell’economia e dell’integrazione europea espongono con sempre maggiore intensità le aree urbane alla concorrenza internazionale, facendo emergere una crescente competizione fra i centri e, allo stesso tempo, esasperando i problemi di frammentazione sociale e territoriale. Contemporaneamente i fenomeni di mondializzazione e di integrazione determinano grandi e inedite opportunità per tutte le città, aprendo la strada alla cooperazione e alla strategia del cooperare per competere. Le reti di città rivolte alla cooperazione tra aree urbane, supportate e talvolta promosse dalle istituzioni comunitarie, nazionali e regionali, permettono di affrontare i problemi che colpiscono le città e di progettare soluzioni, di scambiare idee ed esperienze, di mettersi direttamente in discussione, di importare politiche e di intraprendere azioni comuni. Si determina una nuova situazione che può essere definita di networking attivo: le città agiscono attivamente all’interno della rete, stabilendo connessioni tangibili (e non) a livello locale con i relativi soggetti, a livello regionale con il territorio circostante, a livello globale con città e organizzazioni nazionali ed internazionali e mettendo in gioco le proprie capacità di interazione. All’interno di questi fenomeni, le città assumono un nuovo ruolo sulla scena internazionale. Esse sembrano sempre più agire come soggetti collettivi, come attori economici, politici e sociali (Bagnasco e Le Galès, 1997; Jensen-Butler, 1997). L’obiettivo della tesi è indagare le strategie di sviluppo locale delle città europee attraverso l’analisi dei loro comportamenti nelle reti di città e delle loro capacità di risposta ai continui stimoli e perturbazioni che provengono dai livelli superiori. Lo studio intende confrontarsi con la questione urbana all’interno dell’Unione europea, individuando alcune linee di riflessione per riconoscere il ruolo fondamentale delle città (l’Europa delle città) nella costruzione dell’integrazione europea. Il percorso della ricerca empirica è organizzata su due livelli: - nel primo si presenta criticamente il ruolo delle reti di città, intese come uno strumento di sviluppo locale (“cooperare per competere”) per le città europee; - nel secondo si discutono le esperienze di sviluppo e i percorsi seguiti attraverso le reti urbane da alcune città nel rispondere alle opportunità offerte dai programmi urbani comunitari. La tesi è articolata in quattro parti. Nella prima parte si esaminano i complessi fenomeni di mondializzazione dell’economia che investono le città europee e le nuove forme di organizzazione spaziale che esse assumono. La ricostruzione di questi processi si pone l’obiettivo di inquadrare il ragionamento e le problematiche che si intendono affrontare, chiarendo le ipotesi di partenza della ricerca. La seconda parte analizza i programmi dell’Unione europea a favore delle aree urbane e le nuove indicazioni sulla “questione urbana”. Le aree urbane non godono ancora di uno specifico riconoscimento da parte dell’Ue; infatti le politiche comunitarie di coesione economica e sociale sono incentrate su obiettivi specificatamente regionali. Tuttavia, dal 1989, la Commissione europea ha riconosciuto la necessità di prestare maggiore attenzione ai problemi delle città attraverso alcune azioni e programmi (FESR, RECITE, Progetti pilota urbani, URBAN). Nella terza parte si analizzano le reti di città attraverso uno studio esemplificativo di due reti di cooperazione europea (Eurocities e Quartiers en Crise). L’analisi è stata compiuta attraverso l’interpretazione delle risposte date ad un questionario inviato a tutte le città membri delle suddette reti. Dalla lettura delle risposte al questionario emergono alcune riflessioni che riguardano la valutazione dei risultati della partecipazione alle reti, i vantaggi e gli svantaggi, le ricadute positive e negative sulle città, la partecipazione ad altre reti. L’analisi ha inoltre permesso di individuare due attitudini delle città nei confronti delle reti, la cooperazione e la competizione, e diverse tipologie di comportamento al loro interno. Infine, sono svolte alcune riflessioni relativamente alle dinamiche che regolano il rapporto tra reti urbane e città. Nella quarta parte, si analizzano le “risposte locali” ai programmi urbani europei (FESR, RECITE, PPU, URBAN) di cinque casi di studio (Glasgow, Manchester, Lille, Lyon, Torino). In primo luogo si chiariscono i motivi che hanno indotto a scegliere questi casi, i problemi riscontrati durante il loro studio e il percorso di ricerca seguito per la loro analisi. L’obiettivo di questa parte è comprendere le strategie di sviluppo delle città attraverso l’analisi delle relazioni tra locale e globale nei progetti (finiti, in corso d’opera o da realizzare) promossi dall’Unione europea all’interno di programmi a favore delle aree urbane. I capitoli inerenti le cinque città analizzate come casi di studio sono organizzati nel modo seguente: presentazione delle caratteristiche principali di ogni città, analisi della loro partecipazione ai programmi europei e ricostruzione di alcuni progetti di trasformazione in cui sono principalmente esaminati le risposte locali ed il ruolo degli attori attraverso la comprensione delle relazioni tra progetto e rete locale e tra progetto e milieu locale; dell’interazione tra reti locali e rete globale; dell’inserimento dei progetti nel sistema urbano. L’analisi ha condotto a confermare il ruolo determinante degli attori locali e dell’interazione reti locali/milieu nell’analisi delle risposte locali. La capacità di integrazione interna delle reti locali determina azioni specifiche all’esterno. Questa capacità è anche fondamentale nel trasformare le potenzialità esterne in vantaggi competitivi per la città. La ricerca conduce a supporre che le reti di città possono quindi rappresentare una possibile strategia di sviluppo locale e che i programmi urbani comunitari possono essere uno stimolo per la riorganizzazione della rete locale ed elementi strategici e di una possibile metodologia per una politica urbana.
1998
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