Il presente studio si occupa delle trasformazioni territoriali che interessano le aree limitrofe dei grandi insediamenti contemporanei, in un contesto geografico come quello della pianura piemontese, laddove all’infrastrutturazione della città si contrappone quella del paesaggio agrario. Queste due realtà che rappresentano due modalità differenti di relazionarsi nei confronti della geografia dei luoghi, mostrano i loro esiti; la fine della città dal punto di vista dello spazio e del disegno, e le differenti possibilità insite nel territorio extraurbano. Tali possibilità, non risiedono solamente nel maggiore spazio a disposizione per l’edificazione, ma soprattutto nelle modalità di approccio alla costruzione dei manufatti che questi territori con le loro grandi architetture hanno già sperimentato. La ricerca ha come obiettivo generale quello di individuare nuovi strumenti e metodi per la qualità dell’abitare nei progetti di trasformazione territoriale, e rispetto a questa finalità, è stato intrapreso un percorso di studio che attribuisce un ruolo centrale all’analisi di un manufatto territoriale d’importanza storica come il Canale Cavour , prima monumentale opera infrastrutturale dell’Italia post-unitaria che ha trasformato, o meglio reso più funzionale, l’intero assetto idrografico della pianura irrigua piemontese dal fiume Po sino al Ticino. La fondazione di questo grande sistema architettonico risulta di estrema importanza per i problemi che esso ha affrontato, come per esempio il rapporto con la geografia dei luoghi, le questioni di natura compositiva congenite al suo essere organismo architettonico, e la relazione con le forme insediative esistenti. La dimensione territoriale valorizza ulteriormente la sua condizione di progetto esemplare in grado di dialogare con qualsiasi elemento (naturale o artificiale) attraverso un’interpretazione progettuale del territorio.

Il Canale Cavour come corridoio della collettività. Geografia, architettura e insediamento / Besenval, Noela. - (In corso di stampa).

Il Canale Cavour come corridoio della collettività. Geografia, architettura e insediamento.

BESENVAL, NOELA
In corso di stampa

Abstract

Il presente studio si occupa delle trasformazioni territoriali che interessano le aree limitrofe dei grandi insediamenti contemporanei, in un contesto geografico come quello della pianura piemontese, laddove all’infrastrutturazione della città si contrappone quella del paesaggio agrario. Queste due realtà che rappresentano due modalità differenti di relazionarsi nei confronti della geografia dei luoghi, mostrano i loro esiti; la fine della città dal punto di vista dello spazio e del disegno, e le differenti possibilità insite nel territorio extraurbano. Tali possibilità, non risiedono solamente nel maggiore spazio a disposizione per l’edificazione, ma soprattutto nelle modalità di approccio alla costruzione dei manufatti che questi territori con le loro grandi architetture hanno già sperimentato. La ricerca ha come obiettivo generale quello di individuare nuovi strumenti e metodi per la qualità dell’abitare nei progetti di trasformazione territoriale, e rispetto a questa finalità, è stato intrapreso un percorso di studio che attribuisce un ruolo centrale all’analisi di un manufatto territoriale d’importanza storica come il Canale Cavour , prima monumentale opera infrastrutturale dell’Italia post-unitaria che ha trasformato, o meglio reso più funzionale, l’intero assetto idrografico della pianura irrigua piemontese dal fiume Po sino al Ticino. La fondazione di questo grande sistema architettonico risulta di estrema importanza per i problemi che esso ha affrontato, come per esempio il rapporto con la geografia dei luoghi, le questioni di natura compositiva congenite al suo essere organismo architettonico, e la relazione con le forme insediative esistenti. La dimensione territoriale valorizza ulteriormente la sua condizione di progetto esemplare in grado di dialogare con qualsiasi elemento (naturale o artificiale) attraverso un’interpretazione progettuale del territorio.
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