HRS (acronimo di Hazard Ranking System) è una metodologia di analisi di rischio relativo, ideata dall’EPA, l’ente di protezione ambientale statunitense, per stilare la National Priority List (NPL) dei siti contaminati da sostanze pericolose. Essa è finalizzata alla valutazione del rischio di inquinamento, sia nei casi in cui in cui una contaminazione si è già verificata (ri-schio reale), sia in quelli in cui la contaminazione è solo potenziale (rischio potenziale). Il modello HRS fornisce pertanto un mezzo di discriminazione che serve, essenzialmente, a va-lutare il potenziale danno, per la salute umana e per l’ambiente, di un rilascio di sostanze pe-ricolose senza alcun controllo. Il progetto di ricerca si propone, attraverso l’applicazione della metodologia HRS ad un caso specifico, l’Area Ex-Cogne ai Aosta, di effettuare un’analisi critica della stessa, finalizzata a valutare l’opportunità di utilizzo di tale strumento in ambito italiano, sia a livello tecnico, sia a livello normativo. L’analisi di applicabilità del modello HRS è stata condotta valutando i seguenti aspetti: ▪ contestualizzazione dell’ “analisi di rischio” nella normativa italiana; ▪ confronto fra il modello di rischio relativo HRS ed il modello di analisi di rischio assoluto definito nel documento “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi di rischio assoluta ai siti contaminati” (Revisione 2, Marzo 2008”) prodotto dall’APAT (ora ISPRA); ▪ esame delle criticità, positività ed elementi di forza emersi dall’applicazione del metodo al caso studio. La normativa italiana non prevede strumenti di analisi di rischio relativo, quali HRS: l’analisi di rischio connessa ad un sito contaminato è affrontato nel Titolo V “Bonifica di siti contaminati” del D. Lgs. 152/2006, nell’ambito del quale, tuttavia, si fa riferimento ad una “analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica”, finalizzata a valutare se la concen-trazione dei contaminanti presenti in un sito sia inferiore o meno alle Concentrazioni Soglia di Rischio. Non viene invece menzionata la necessità di ricorrere ad uno strumento di analisi di rischio relativo in un punto in cui potrebbe risultare necessaria (artt. 251-252), ovvero nell’ambito del “censimento e anagrafe dei siti da bonificare”, per stilare una classifica dei siti per i quali risulta prioritario l’intervento di bonifica nonché per individuare i siti stessi. L’applicazione del metodo al caso studio ha richiesto un approccio multidisciplinare. HRS prevede in effetti la conoscenza di una serie di informazioni tratte da diverse discipline scien-tifiche: ecotossicologia, geologia, idrogeologia, chimica-fisica, meteorologia e idrologia. L’attività di ricerca è iniziata con la raccolta e all’interpretazione di un numero elevato di dati di monitoraggio ambientale, relativi in particolare alle matrici acque sotterranee e suolo. La gestione di tale materiale ha condotto a numerose elaborazioni, attraverso la territorializazio-ne delle informazioni e l’elaborazione statistica delle stesse. Tale fase è risultata indispensa-bile per un’accurata conoscenza dell’area di studio e per l’applicazione di HRS, il quale ne-cessita della ricostruzione delle fonti di inquinamento sull’area di studio, intese come “sor-genti primarie”. L’applicazione del modello ha messo in evidenza i suoi punti di forza, nonché le sue criticità. HRS si è rivelato uno interessante strumento di analisi del rischio ambientale complessivo, nonché specifico per i quattro percorsi presi in considerazione dal modello (acque sotterranee e superficiali, suolo e aria), connesso alla presenza di un’attività antropica sul territorio. Può pertanto essere utilizzato come uno strumento di valutazione degli impatti ambientali, in caso di rilascio, reale o potenziale, di sostanze inquinanti da parte di un sito.

HRS (Hazard Ranking System). Caso studio: Area Ex-Cogne di Aosta / Ducourtil, Donatella. - STAMPA. - (2013).

HRS (Hazard Ranking System). Caso studio: Area Ex-Cogne di Aosta.

DUCOURTIL, DONATELLA
2013

Abstract

HRS (acronimo di Hazard Ranking System) è una metodologia di analisi di rischio relativo, ideata dall’EPA, l’ente di protezione ambientale statunitense, per stilare la National Priority List (NPL) dei siti contaminati da sostanze pericolose. Essa è finalizzata alla valutazione del rischio di inquinamento, sia nei casi in cui in cui una contaminazione si è già verificata (ri-schio reale), sia in quelli in cui la contaminazione è solo potenziale (rischio potenziale). Il modello HRS fornisce pertanto un mezzo di discriminazione che serve, essenzialmente, a va-lutare il potenziale danno, per la salute umana e per l’ambiente, di un rilascio di sostanze pe-ricolose senza alcun controllo. Il progetto di ricerca si propone, attraverso l’applicazione della metodologia HRS ad un caso specifico, l’Area Ex-Cogne ai Aosta, di effettuare un’analisi critica della stessa, finalizzata a valutare l’opportunità di utilizzo di tale strumento in ambito italiano, sia a livello tecnico, sia a livello normativo. L’analisi di applicabilità del modello HRS è stata condotta valutando i seguenti aspetti: ▪ contestualizzazione dell’ “analisi di rischio” nella normativa italiana; ▪ confronto fra il modello di rischio relativo HRS ed il modello di analisi di rischio assoluto definito nel documento “Criteri metodologici per l’applicazione dell’analisi di rischio assoluta ai siti contaminati” (Revisione 2, Marzo 2008”) prodotto dall’APAT (ora ISPRA); ▪ esame delle criticità, positività ed elementi di forza emersi dall’applicazione del metodo al caso studio. La normativa italiana non prevede strumenti di analisi di rischio relativo, quali HRS: l’analisi di rischio connessa ad un sito contaminato è affrontato nel Titolo V “Bonifica di siti contaminati” del D. Lgs. 152/2006, nell’ambito del quale, tuttavia, si fa riferimento ad una “analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica”, finalizzata a valutare se la concen-trazione dei contaminanti presenti in un sito sia inferiore o meno alle Concentrazioni Soglia di Rischio. Non viene invece menzionata la necessità di ricorrere ad uno strumento di analisi di rischio relativo in un punto in cui potrebbe risultare necessaria (artt. 251-252), ovvero nell’ambito del “censimento e anagrafe dei siti da bonificare”, per stilare una classifica dei siti per i quali risulta prioritario l’intervento di bonifica nonché per individuare i siti stessi. L’applicazione del metodo al caso studio ha richiesto un approccio multidisciplinare. HRS prevede in effetti la conoscenza di una serie di informazioni tratte da diverse discipline scien-tifiche: ecotossicologia, geologia, idrogeologia, chimica-fisica, meteorologia e idrologia. L’attività di ricerca è iniziata con la raccolta e all’interpretazione di un numero elevato di dati di monitoraggio ambientale, relativi in particolare alle matrici acque sotterranee e suolo. La gestione di tale materiale ha condotto a numerose elaborazioni, attraverso la territorializazio-ne delle informazioni e l’elaborazione statistica delle stesse. Tale fase è risultata indispensa-bile per un’accurata conoscenza dell’area di studio e per l’applicazione di HRS, il quale ne-cessita della ricostruzione delle fonti di inquinamento sull’area di studio, intese come “sor-genti primarie”. L’applicazione del modello ha messo in evidenza i suoi punti di forza, nonché le sue criticità. HRS si è rivelato uno interessante strumento di analisi del rischio ambientale complessivo, nonché specifico per i quattro percorsi presi in considerazione dal modello (acque sotterranee e superficiali, suolo e aria), connesso alla presenza di un’attività antropica sul territorio. Può pertanto essere utilizzato come uno strumento di valutazione degli impatti ambientali, in caso di rilascio, reale o potenziale, di sostanze inquinanti da parte di un sito.
2013
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