La data di nascita di un dibattito sul realismo in architettura, si può far risalire agli anni Trenta del Novecento, quando le formulazioni “realiste” proposte in occasione del primo congresso degli scrittori sovietici a Mosca nel 1934 sono proclamate come il metodo creativo “ufficiale” e poi adottate in tutte le discipline artistiche. Questo se si dà credito a Karel Teige, figura centrale dell'avanguardia ceca, quando scrive: «fino ad allora non era usuale parlare di realismo in architettura. I teorici del realismo socialista per primi hanno cominciato a utilizzare questo termine applicato all’architettura». Un confronto con le riflessioni sul realismo elaborate dagli architetti in passato è, dunque, un primo passo necessario per affrontare la questione. In particolare vorrei soffermarmi, più che sulle singole posizioni di alcuni architetti, su alcuni momenti di dibattito allargato, che coincidono con alcuni numeri della rivista svizzera «Archithese», usciti nel 1975, nel 1976 e nel 1990, con in mezzo un numero de «L’Architecture d’Aujourd’hui» del 1977 e un quaderno di «Architectural Design» del 1989. Non perché rappresentino un quadro esaustivo sull’argomento – escludono per esempio «Contropiano» e la critica marxista, che hanno un ruolo importante in Italia nella ricezione delle posizioni filosofiche – ma perché, essendo più strettamente centrati sulla disciplina architettonica, mostrano molto chiaramente le oscillazioni della nozione di realismo rispetto al dibattito disciplinare e contengono alcuni spunti interessanti anche rispetto all’attualità.

Nuovo realismo, antica architettura / Malcovati, Silvia - In: Architettura e realismo. Riflessioni sulla costruzione architettonica della realtà / S. Malcovati, F. Visconti, M. Caja, R. Capozzi, G. Fusco. - STAMPA. - Santarcangelo di Romagna : Maggioli Editore, 2013. - ISBN 9788838762321. - pp. 91-98

Nuovo realismo, antica architettura

MALCOVATI, SILVIA
2013

Abstract

La data di nascita di un dibattito sul realismo in architettura, si può far risalire agli anni Trenta del Novecento, quando le formulazioni “realiste” proposte in occasione del primo congresso degli scrittori sovietici a Mosca nel 1934 sono proclamate come il metodo creativo “ufficiale” e poi adottate in tutte le discipline artistiche. Questo se si dà credito a Karel Teige, figura centrale dell'avanguardia ceca, quando scrive: «fino ad allora non era usuale parlare di realismo in architettura. I teorici del realismo socialista per primi hanno cominciato a utilizzare questo termine applicato all’architettura». Un confronto con le riflessioni sul realismo elaborate dagli architetti in passato è, dunque, un primo passo necessario per affrontare la questione. In particolare vorrei soffermarmi, più che sulle singole posizioni di alcuni architetti, su alcuni momenti di dibattito allargato, che coincidono con alcuni numeri della rivista svizzera «Archithese», usciti nel 1975, nel 1976 e nel 1990, con in mezzo un numero de «L’Architecture d’Aujourd’hui» del 1977 e un quaderno di «Architectural Design» del 1989. Non perché rappresentino un quadro esaustivo sull’argomento – escludono per esempio «Contropiano» e la critica marxista, che hanno un ruolo importante in Italia nella ricezione delle posizioni filosofiche – ma perché, essendo più strettamente centrati sulla disciplina architettonica, mostrano molto chiaramente le oscillazioni della nozione di realismo rispetto al dibattito disciplinare e contengono alcuni spunti interessanti anche rispetto all’attualità.
2013
9788838762321
Architettura e realismo. Riflessioni sulla costruzione architettonica della realtà
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