A seguito dell’annessione di Alessandria al regno sabaudo gli ingegneri piemontesi giudicano il sistema difensivo della città complesso e obsoleto e ritengono necessario adeguarlo in tempi brevi. In realtà i lavori sono più volte bloccati e rimandati sino al 1728, anno in cui sono stanziati i finanziamenti per una “Cittadella in Borgoglio”, decretando la completa cancellazione del borgo oltre Tanaro. Alessandria vede in questo modo riconfermata la propria vocazione strategico-difensiva, e un corto circuito storico le impone, da quel momento, di difendere territori dai quali, sino a qualche anno prima, ha temuto potesse arrivare un attacco nemico. Già nel Cinquecento e Seicento la città annessa alla Lombardia e, quindi, sottomessa alla Spagna, ha giocato un ruolo fondamentale nella difesa dei confini dello stato milanese ed è stata più volte oggetto di progetti di potenziamento e ammodernamento del circuito fortificato. Questo il motivo per cui molti disegni della città del XVII e XVIII secolo sono conservati nei più importanti archivi italiani e stranieri (tra gli altri l’Archivio di Stato di Milano, l’ISCAG di Roma, Madrid, Simancas, il Krigsarkivet di Stoccolma). Dalle carte emerge una storia della città fatta anche di sopralluoghi da parte dei molti ingegneri militari, rilievi, progetti, spesso mai realizzati, nella comune convinzione che Alessandria debba poter arginare possibili attacchi prima dei Savoia e dei Francesi, poi dello Stato di Milano.

“Alessandria […]una grande Aquila […] si deve far capital di lei per ogni occasion di guerra”. La città baluardo tra Piemonte sabaudo e Stato di Milano / Dameri, Annalisa. - (2013). (Intervento presentato al convegno Utrecht 1713: i trattati che aprirono le porte d'Italia ai Savoia tenutosi a Torino nel giugno 2013).

“Alessandria […]una grande Aquila […] si deve far capital di lei per ogni occasion di guerra”. La città baluardo tra Piemonte sabaudo e Stato di Milano.

DAMERI, Annalisa
2013

Abstract

A seguito dell’annessione di Alessandria al regno sabaudo gli ingegneri piemontesi giudicano il sistema difensivo della città complesso e obsoleto e ritengono necessario adeguarlo in tempi brevi. In realtà i lavori sono più volte bloccati e rimandati sino al 1728, anno in cui sono stanziati i finanziamenti per una “Cittadella in Borgoglio”, decretando la completa cancellazione del borgo oltre Tanaro. Alessandria vede in questo modo riconfermata la propria vocazione strategico-difensiva, e un corto circuito storico le impone, da quel momento, di difendere territori dai quali, sino a qualche anno prima, ha temuto potesse arrivare un attacco nemico. Già nel Cinquecento e Seicento la città annessa alla Lombardia e, quindi, sottomessa alla Spagna, ha giocato un ruolo fondamentale nella difesa dei confini dello stato milanese ed è stata più volte oggetto di progetti di potenziamento e ammodernamento del circuito fortificato. Questo il motivo per cui molti disegni della città del XVII e XVIII secolo sono conservati nei più importanti archivi italiani e stranieri (tra gli altri l’Archivio di Stato di Milano, l’ISCAG di Roma, Madrid, Simancas, il Krigsarkivet di Stoccolma). Dalle carte emerge una storia della città fatta anche di sopralluoghi da parte dei molti ingegneri militari, rilievi, progetti, spesso mai realizzati, nella comune convinzione che Alessandria debba poter arginare possibili attacchi prima dei Savoia e dei Francesi, poi dello Stato di Milano.
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