A cosa serve la geografia? È una disciplina utile oppure no? E utile per chi, per fare cosa? E, ancora, chi decide cosa è utile e cosa no? Con quali criteri? Ed è l’utilità che può qualificare il valore del sapere geografico o è più fertile (perché più aperto all’interpretazione e meno chiuso in una visione banalmente strumentale della conoscenza) ragionare in termini di rilevanza sociale e politica? Questo libro discute il rapporto fra geografia e politiche pubbliche e si concentra sulla relazione fra processi dello sviluppo e territorio. Ragionare attorno al significato della descrizione geografica nelle politiche pubbliche porta a diffidare di risposte semplici. Poiché tocca il ruolo della conoscenza nel processo politico di individuazione dei problemi, delle opportunità, degli attori e degli interessi che entrano nei processi di trasformazione e sviluppo della città e del territorio. Diffidare di risposte semplici significa superare l’idea che il rapporto fra geografia e politiche possa essere affrontato in termini di utilità e, più precisamente, di utilità pratica. In tal modo si adotterebbe una visione della descrizione geografica come sapere neutro, in grado di descrivere una presunta oggettività del territorio e dei suoi problemi. Mentre invece essa è una pratica conoscitiva intrisa, e insieme portatrice, di valori e principi e richiede un posizionamento etico e politico. La rilevanza della descrizione geografica è vista, prima di tutto, come responsabilità. Una responsabilità che si esplica nella sfera pubblica, mettendo al servizio della molteplicità degli attori e interessi che agiscono al suo interno, concetti, interpretazioni, metodi per ridefinire i problemi collettivi su cui agiscono le politiche pubbliche del territorio. Il libro è costruito intorno a questi temi e assume come campo di osservazione quello dello sviluppo locale. Presenta interpretazioni critiche e proposte che nascono da esperienze e pubbliche riflessioni. Indica un possibile percorso per ridefinire i concetti sottesi all’interpretazione della spazialità dello sviluppo. Suggerisce una lettura del rapporto fra geografia e politiche pubbliche che non banalizza la geografia e/o le politiche, attribuendo loro un ruolo puramente esornativo nella legittimazione di decisioni già prese, ma adotta consapevolmente la riflessione e la critica come orizzonte della propria responsabilità

"Tra geografia e politiche. Ripensare lo sviluppo locale" / Governa, Francesca. - STAMPA. - (2014), pp. V-176.

"Tra geografia e politiche. Ripensare lo sviluppo locale"

GOVERNA, FRANCESCA
2014

Abstract

A cosa serve la geografia? È una disciplina utile oppure no? E utile per chi, per fare cosa? E, ancora, chi decide cosa è utile e cosa no? Con quali criteri? Ed è l’utilità che può qualificare il valore del sapere geografico o è più fertile (perché più aperto all’interpretazione e meno chiuso in una visione banalmente strumentale della conoscenza) ragionare in termini di rilevanza sociale e politica? Questo libro discute il rapporto fra geografia e politiche pubbliche e si concentra sulla relazione fra processi dello sviluppo e territorio. Ragionare attorno al significato della descrizione geografica nelle politiche pubbliche porta a diffidare di risposte semplici. Poiché tocca il ruolo della conoscenza nel processo politico di individuazione dei problemi, delle opportunità, degli attori e degli interessi che entrano nei processi di trasformazione e sviluppo della città e del territorio. Diffidare di risposte semplici significa superare l’idea che il rapporto fra geografia e politiche possa essere affrontato in termini di utilità e, più precisamente, di utilità pratica. In tal modo si adotterebbe una visione della descrizione geografica come sapere neutro, in grado di descrivere una presunta oggettività del territorio e dei suoi problemi. Mentre invece essa è una pratica conoscitiva intrisa, e insieme portatrice, di valori e principi e richiede un posizionamento etico e politico. La rilevanza della descrizione geografica è vista, prima di tutto, come responsabilità. Una responsabilità che si esplica nella sfera pubblica, mettendo al servizio della molteplicità degli attori e interessi che agiscono al suo interno, concetti, interpretazioni, metodi per ridefinire i problemi collettivi su cui agiscono le politiche pubbliche del territorio. Il libro è costruito intorno a questi temi e assume come campo di osservazione quello dello sviluppo locale. Presenta interpretazioni critiche e proposte che nascono da esperienze e pubbliche riflessioni. Indica un possibile percorso per ridefinire i concetti sottesi all’interpretazione della spazialità dello sviluppo. Suggerisce una lettura del rapporto fra geografia e politiche pubbliche che non banalizza la geografia e/o le politiche, attribuendo loro un ruolo puramente esornativo nella legittimazione di decisioni già prese, ma adotta consapevolmente la riflessione e la critica come orizzonte della propria responsabilità
2014
9788868430467
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