Da qualche tempo “uno spettro si aggira per l’Europa”. Così il filosofo Maurizio Ferraris salutava dalle pagine de La Repubblica l’avvento di una nuova stagione di pensiero, definita del “New Realism”. Intendeva, con questo, riportare alla discussione «in filosofia, in politica e nella vita quotidiana», una nozione, quella di realismo appunto, categoricamente rifiutata dal postmoderno come «una ingenuità filosofica e una manifestazione di conservatorismo politico», a favore di una visione aperta e disincantata del mondo, da interpretare/trasformare liberamente come sistema di segni e immagini. […] Non è certamente un caso se, solo qualche settimana dopo, in vista dell’inaugurazione della mostra retrospettiva sul postmoderno al Victoria and Albert Museum di Londra, dalle pagine degli stessi quotidiani italiani, la critica – e in parte anche gli stessi protagonisti di quella controversa stagione – hanno sancito, con innegabile sollievo, la sua fine e il superamento di quella leggerezza edonista che aveva caratterizzato gli anni Ottanta e che in architettura si era concretizzata nel gioco delle forme e delle deformazioni, fuori dalle convenzioni e senza regole. […] L’architettura, più di ogni altra manifestazione “artistica”, è toccata nel vivo da questo dibattito su Nuovo Realismo e Postmodernismo, proprio in virtù della sua realtà e della sua stretta relazione con l’economia e la società. Non deve, dunque, stupire l’interesse suscitato negli architetti da un pensiero nel quale la realtà, quello che c’è, rappresenta uno “zoccolo duro” con il quale è necessario confrontarsi. […] Una nuova disponibilità nei confronti del reale significa una maggiore attenzione verso il mondo esterno, com’è e come è stato, e anche una possibilità di riabilitare un concetto di “verità” come “esperienza”, legata alle nostre azioni quotidiane. Tra queste l’abitare, e quindi l’architettura e la città, che della realtà sono parte costitutiva, luogo fisico del vivere quotidiano.

La provocazione del reale e la resistenza dell'architettura: il realismo come metodo / Malcovati, Silvia - In: Nuovo realismo e architettura della città/New realism and architecture of the city / Malcovati S., Suriano S., Caja M.. - STAMPA. - Santarcangelo di Romagna : Maggioli Editore, 2013. - ISBN 9788838762802. - pp. 17-36

La provocazione del reale e la resistenza dell'architettura: il realismo come metodo

MALCOVATI, SILVIA
2013

Abstract

Da qualche tempo “uno spettro si aggira per l’Europa”. Così il filosofo Maurizio Ferraris salutava dalle pagine de La Repubblica l’avvento di una nuova stagione di pensiero, definita del “New Realism”. Intendeva, con questo, riportare alla discussione «in filosofia, in politica e nella vita quotidiana», una nozione, quella di realismo appunto, categoricamente rifiutata dal postmoderno come «una ingenuità filosofica e una manifestazione di conservatorismo politico», a favore di una visione aperta e disincantata del mondo, da interpretare/trasformare liberamente come sistema di segni e immagini. […] Non è certamente un caso se, solo qualche settimana dopo, in vista dell’inaugurazione della mostra retrospettiva sul postmoderno al Victoria and Albert Museum di Londra, dalle pagine degli stessi quotidiani italiani, la critica – e in parte anche gli stessi protagonisti di quella controversa stagione – hanno sancito, con innegabile sollievo, la sua fine e il superamento di quella leggerezza edonista che aveva caratterizzato gli anni Ottanta e che in architettura si era concretizzata nel gioco delle forme e delle deformazioni, fuori dalle convenzioni e senza regole. […] L’architettura, più di ogni altra manifestazione “artistica”, è toccata nel vivo da questo dibattito su Nuovo Realismo e Postmodernismo, proprio in virtù della sua realtà e della sua stretta relazione con l’economia e la società. Non deve, dunque, stupire l’interesse suscitato negli architetti da un pensiero nel quale la realtà, quello che c’è, rappresenta uno “zoccolo duro” con il quale è necessario confrontarsi. […] Una nuova disponibilità nei confronti del reale significa una maggiore attenzione verso il mondo esterno, com’è e come è stato, e anche una possibilità di riabilitare un concetto di “verità” come “esperienza”, legata alle nostre azioni quotidiane. Tra queste l’abitare, e quindi l’architettura e la città, che della realtà sono parte costitutiva, luogo fisico del vivere quotidiano.
2013
9788838762802
Nuovo realismo e architettura della città/New realism and architecture of the city
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