A Torino evidente dimostrazione del potere politico della città-capitale e del suo principe è la continuità delle quinte di facciata programmata e perseguita attraverso le rigorose regolamentazioni urbane emanate con gli Editti, gli Ordini e le Patenti ducali. In particolare sistemi unitari seicenteschi sono i progetti di Carlo e Amedeo di Castellamonte. Il primo impegnato, dagli anni venti, nella realizzazione di piazza San Carlo e nella definizione delle vie dell’ingrandimento meridionale di Torino; il secondo occupato dalla definitiva soluzione per via Po (1673), dal raddoppio di piazza Castello (1674), dal progetto – non attuato – per piazza Carlina ottagonale (1675-1678) e dalla definizione della città nuova di Po (dal 1673). Analizzando i vari progetti seicenteschi – sintesi di regolarità, dignità e autorità –il saggio mette in evidenza l’aspetto di ricerca di una specifica identità urbana portato avanti con i progetti di strade e piazze porticate nel Seicento, identità che vedrà una ripresa specifica a metà Ottocento quando il portico tornerà ad essere “ornamento” della capitale.
L'identità urbana di una capitale di antico regime: i portici seicentesci a Torino "ornamento" della città / Cuneo, Cristina - In: I portici di Bologna nel contesto europeo. Bologna's porticos in the european context / Francesca Bocchi, Rosa Smurra. - STAMPA. - Bologna : Luca Sossella, 2015. - ISBN 978-88-97356-24-0. - pp. 83-97
L'identità urbana di una capitale di antico regime: i portici seicentesci a Torino "ornamento" della città
CUNEO, Cristina
2015
Abstract
A Torino evidente dimostrazione del potere politico della città-capitale e del suo principe è la continuità delle quinte di facciata programmata e perseguita attraverso le rigorose regolamentazioni urbane emanate con gli Editti, gli Ordini e le Patenti ducali. In particolare sistemi unitari seicenteschi sono i progetti di Carlo e Amedeo di Castellamonte. Il primo impegnato, dagli anni venti, nella realizzazione di piazza San Carlo e nella definizione delle vie dell’ingrandimento meridionale di Torino; il secondo occupato dalla definitiva soluzione per via Po (1673), dal raddoppio di piazza Castello (1674), dal progetto – non attuato – per piazza Carlina ottagonale (1675-1678) e dalla definizione della città nuova di Po (dal 1673). Analizzando i vari progetti seicenteschi – sintesi di regolarità, dignità e autorità –il saggio mette in evidenza l’aspetto di ricerca di una specifica identità urbana portato avanti con i progetti di strade e piazze porticate nel Seicento, identità che vedrà una ripresa specifica a metà Ottocento quando il portico tornerà ad essere “ornamento” della capitale.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2621500
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