Collegata al Palazzo del Valentino da un viale alberato con termine a emiciclo (attuale corso e largo Marconi), la chiesa di San Salvario costituiva la cappella Regia della residenza extraurbana delle duchesse di Savoia (Caterina d’Austria e Cristina di Francia). Per volere di Cristina di Francia la cappella, demolita in occasione dell’assedio del 1640 e poi ricostruita, come testimonia un’incisione di Giovenale Boetto, divenne Convento dei Servi di Maria e fu ampliata, a partire dal 1646, su progetto di Amedeo di Castellamonte. E’ uno dei rari monumenti seicenteschi torinesi, opera dell’architetto ducale, di cui si conservino sia i disegni (Archivio di Stato di Firenze), sia buona parte dei documenti di cantiere (Archivio di Stato di Torino). L’intervento, con l’analisi e il confronto tra le fonti documentarie – iconografiche, archivistiche, bibliografiche – fa emergere il ruolo delle maestranze coinvolte – primo fra tutti l’architetto ducale – nella specificità del cantiere sabaudo. Questo, nel suo legame con la committenza di corte e in quanto elemento funzionale al processo di invenzione di una capitale può essere visto come un “cantiere d’avanguardia” con modalità che si ripetono sia per la fabbrica del Valentino sia per quella di San Salvario permettendo una rilettura della realizzazione del complesso posto in una “regione” importante fuori la Porta Nuova, collegata alla città-capitale attraverso un sistema stradale attestato sui tre poli (Porta Nuova, Palazzo del Valentino, San Salvario) che segneranno in modo preciso le scelte urbanistiche per l’espansione della città ottocentesca.

I disegni per la chiesa e il convento di San Salvario al Valentino / Cuneo, Cristina - In: Carlo e Amedeo di Castellamonte. 1571-1683, ingegneri e architetti per i duchi di Savoia / Andrea Merlotti, Costanza Roggero. - Roma : Campisano editore, 2016. - ISBN 9788898229574. - pp. 167-182

I disegni per la chiesa e il convento di San Salvario al Valentino

CUNEO, Cristina
2016

Abstract

Collegata al Palazzo del Valentino da un viale alberato con termine a emiciclo (attuale corso e largo Marconi), la chiesa di San Salvario costituiva la cappella Regia della residenza extraurbana delle duchesse di Savoia (Caterina d’Austria e Cristina di Francia). Per volere di Cristina di Francia la cappella, demolita in occasione dell’assedio del 1640 e poi ricostruita, come testimonia un’incisione di Giovenale Boetto, divenne Convento dei Servi di Maria e fu ampliata, a partire dal 1646, su progetto di Amedeo di Castellamonte. E’ uno dei rari monumenti seicenteschi torinesi, opera dell’architetto ducale, di cui si conservino sia i disegni (Archivio di Stato di Firenze), sia buona parte dei documenti di cantiere (Archivio di Stato di Torino). L’intervento, con l’analisi e il confronto tra le fonti documentarie – iconografiche, archivistiche, bibliografiche – fa emergere il ruolo delle maestranze coinvolte – primo fra tutti l’architetto ducale – nella specificità del cantiere sabaudo. Questo, nel suo legame con la committenza di corte e in quanto elemento funzionale al processo di invenzione di una capitale può essere visto come un “cantiere d’avanguardia” con modalità che si ripetono sia per la fabbrica del Valentino sia per quella di San Salvario permettendo una rilettura della realizzazione del complesso posto in una “regione” importante fuori la Porta Nuova, collegata alla città-capitale attraverso un sistema stradale attestato sui tre poli (Porta Nuova, Palazzo del Valentino, San Salvario) che segneranno in modo preciso le scelte urbanistiche per l’espansione della città ottocentesca.
2016
9788898229574
Carlo e Amedeo di Castellamonte. 1571-1683, ingegneri e architetti per i duchi di Savoia
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