Nella recente storiografia dell’architettura barocca sabauda, il saggio illumina in modo inedito ben tre importanti figure del XVII secolo: quelle dei primi architetti ducali Carlo e Amedeo di Castellamonte e quella di Gian Francesco Baroncelli, protagonista di primaria importanza nel Seicento sabaudo, sia quale stretto collaboratore di Amedeo di Castellamonte sia, successivamente, quale autore di importanti realizzazioni della capitale come l’imponente Palazzo Graneri, uno dei più significativi palazzi nobiliari torinesi del XVII secolo. Basato sul ritrovamento da parte dello scrivente di un’inedita raccolta di disegni conservata presso la biblioteca manoscritti dell’Eidgenössische Technische Hochschule Zürich (ETH), datata 1666, il testo ricostruisce il viaggio romano del primo architetto ducale Carlo di Castellamonte (1604) e incrementa enormemente il corpus dei pochi disegni dell’entourage castellamontiano sino ad ora conosciuti. Il viaggio di Castellamonte era già noto alla storiografia ottocentesca, ma mai realmente documentato; il ritrovamento della raccolta, copia di mano di Baroncelli dei rilievi di Carlo effettuati nel 1604, permette di riconnettere molti edifici torinesi ai loro modelli romani, ma anche di chiarire il funzionamento dell’atelier di Amedeo di Castellamonte, figlio di Carlo, il quale utilizzerà i fogli paterni ancora negli anni sessanta del Seicento: ad essi va ora ricondotta, ad esempio, la facciata principale della reggia della Venaria Reale, sino ad oggi non completamente inquadrata dalla storiografia. La ricerca sviluppata nel saggio ha richiesto anche uno studio mirato delle fabbriche romane per ricondurre i molti fogli (prevalentemente rilievi di partiti architettonici, modini, elementi decorativi), inediti e senza indicazioni di soggetto, ad edifici certi (in maggioranza cantieri di Michelangelo e della sua cerchia), spesso ancora in costruzione negli ultimi anni del pontificato di Clemente VIII. Lo studio è stata presentato nel convegno internazionale dedicato alle figure di Carlo e Amedeo di Castellamonte (Reggia di Venaria Reale 11-13 novembre 2013), aprendo la sessione I Castellamonte tra Torino e Roma, coordinata da Elisabeth Kieven (Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell’arte).

Carlo di Castellamonte a Roma. Studio e rilievo dell'architettura / Volpiano, Mauro - In: Carlo e Amedeo di Castellamonte. 1571-1683, ingegneri e architetti per i duchi di Savoia / Merlotti A., Roggero C.. - STAMPA. - Roma : Campisano Editore, 2016. - ISBN 9788898229574. - pp. 81-95

Carlo di Castellamonte a Roma. Studio e rilievo dell'architettura

VOLPIANO, MAURO
2016

Abstract

Nella recente storiografia dell’architettura barocca sabauda, il saggio illumina in modo inedito ben tre importanti figure del XVII secolo: quelle dei primi architetti ducali Carlo e Amedeo di Castellamonte e quella di Gian Francesco Baroncelli, protagonista di primaria importanza nel Seicento sabaudo, sia quale stretto collaboratore di Amedeo di Castellamonte sia, successivamente, quale autore di importanti realizzazioni della capitale come l’imponente Palazzo Graneri, uno dei più significativi palazzi nobiliari torinesi del XVII secolo. Basato sul ritrovamento da parte dello scrivente di un’inedita raccolta di disegni conservata presso la biblioteca manoscritti dell’Eidgenössische Technische Hochschule Zürich (ETH), datata 1666, il testo ricostruisce il viaggio romano del primo architetto ducale Carlo di Castellamonte (1604) e incrementa enormemente il corpus dei pochi disegni dell’entourage castellamontiano sino ad ora conosciuti. Il viaggio di Castellamonte era già noto alla storiografia ottocentesca, ma mai realmente documentato; il ritrovamento della raccolta, copia di mano di Baroncelli dei rilievi di Carlo effettuati nel 1604, permette di riconnettere molti edifici torinesi ai loro modelli romani, ma anche di chiarire il funzionamento dell’atelier di Amedeo di Castellamonte, figlio di Carlo, il quale utilizzerà i fogli paterni ancora negli anni sessanta del Seicento: ad essi va ora ricondotta, ad esempio, la facciata principale della reggia della Venaria Reale, sino ad oggi non completamente inquadrata dalla storiografia. La ricerca sviluppata nel saggio ha richiesto anche uno studio mirato delle fabbriche romane per ricondurre i molti fogli (prevalentemente rilievi di partiti architettonici, modini, elementi decorativi), inediti e senza indicazioni di soggetto, ad edifici certi (in maggioranza cantieri di Michelangelo e della sua cerchia), spesso ancora in costruzione negli ultimi anni del pontificato di Clemente VIII. Lo studio è stata presentato nel convegno internazionale dedicato alle figure di Carlo e Amedeo di Castellamonte (Reggia di Venaria Reale 11-13 novembre 2013), aprendo la sessione I Castellamonte tra Torino e Roma, coordinata da Elisabeth Kieven (Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell’arte).
2016
9788898229574
Carlo e Amedeo di Castellamonte. 1571-1683, ingegneri e architetti per i duchi di Savoia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2651831