Inserendosi nel campo degli studi relativi alle istituzioni, intese quali attori-chiave all’interno dei processi di trasferimento transnazionale di saperi, modelli e singoli professionisti della cultura architettonica e progettuale, la ricerca indaga i tentativi di esportazione di una visione – o più visioni – della modernità americana oltre la Cortina di Ferro nello scenario politico e culturale della Guerra Fredda, in un periodo compreso tra gli anni quaranta e i primi anni sessanta del novecento. L’indagine si è focalizzata sulle attività di due istituzioni come la United States Informaton Agency (USIA) e il Museum of Modern Art di New York impegnate nella diffusione della cultura americana, se pur a livelli diversi e con obiettivi finali differenti, ma che trovavano un punto di intersezione proprio nello spazio espositivo. Il lavoro svolto su alcuni specifici canali di diffusione come le mostre dell’International Program del MoMA degli anni cinquanta, ma anche riviste non specializzate e programmi radiofonici prodotti dall’USIA in cui l’architettura è parte di un racconto che si muove tra cultura alta e cultura bassa, ha permesso di ricostruire una complessa trama di strumenti, azioni e attori che contribuirono a questo processo di trasferimento, rivelando il coinvolgimento di protagonisti celebri e meno noti del panorama architettonico del secondo dopoguerra che funsero da ponti tra il contesto nordamericano e i paesi dell’Europa orientale.

L'architettura e le frontiere della Guerra Fredda. L'U.S.I.A. e il MoMA nell'esportazione di una visione americana di modernità oltre la Cortina di Ferro (1945-1961) / Vacirca, Ludovica. - (2016).

L'architettura e le frontiere della Guerra Fredda. L'U.S.I.A. e il MoMA nell'esportazione di una visione americana di modernità oltre la Cortina di Ferro (1945-1961).

VACIRCA, LUDOVICA
2016

Abstract

Inserendosi nel campo degli studi relativi alle istituzioni, intese quali attori-chiave all’interno dei processi di trasferimento transnazionale di saperi, modelli e singoli professionisti della cultura architettonica e progettuale, la ricerca indaga i tentativi di esportazione di una visione – o più visioni – della modernità americana oltre la Cortina di Ferro nello scenario politico e culturale della Guerra Fredda, in un periodo compreso tra gli anni quaranta e i primi anni sessanta del novecento. L’indagine si è focalizzata sulle attività di due istituzioni come la United States Informaton Agency (USIA) e il Museum of Modern Art di New York impegnate nella diffusione della cultura americana, se pur a livelli diversi e con obiettivi finali differenti, ma che trovavano un punto di intersezione proprio nello spazio espositivo. Il lavoro svolto su alcuni specifici canali di diffusione come le mostre dell’International Program del MoMA degli anni cinquanta, ma anche riviste non specializzate e programmi radiofonici prodotti dall’USIA in cui l’architettura è parte di un racconto che si muove tra cultura alta e cultura bassa, ha permesso di ricostruire una complessa trama di strumenti, azioni e attori che contribuirono a questo processo di trasferimento, rivelando il coinvolgimento di protagonisti celebri e meno noti del panorama architettonico del secondo dopoguerra che funsero da ponti tra il contesto nordamericano e i paesi dell’Europa orientale.
2016
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