Il volume tratta di un piccolo paese sulle pendici della Serra morenica di Ivrea, il cui territorio vanta una posizione paesistica di tutto rilievo e una ricca storia. L'essere emarginato da importanti sistemi di comunicazione viaria, da un lato ha causato lo spopolamento di Magnano, ma dall'altro ha impedito fenomeni invasivi di nuova edificazione, mantenendolo in una sorta di limbo rispetto alla convulsa vita contemporanea, limbo in cui sono tuttora vivi usi e costumi tradizionali, tipici della cultura contadina, nel concentrico così come nelle frazioni. Questo patrimonio, naturale, costruito, culturale, è l'oggetto indagato nel volume, che ha voluto dare ampio spazio alla documentazione per immagini, onde ampliare la conoscenza dei suoi valori, già identificati in precedenti ricerche, comunicate però con strumenti di difficile accessibilità per un pubblico non specializzato. Vengono qui pertanto analizzati secondo la metodologia tipica del Rilievo Urbano (avvalendosi di indagini storiche, percettive, di misurazione, fotografiche) gli aspetti più significativi del contesto comunale, in particolare nel capitolo introduttivo dell’autrice (Architettura e ambiente, testimoni di una storia radicata nei secoli) che segue le presentazioni del Sindaco di Magnano Pierluigi Piazza e dal Direttore del Dipartimento DAD del Politecnico di Torino, Paolo Mellano. Il capitolo evidenzia quegli aspetti architettonici e paesaggistici che additano il piccolo paese tra Eporediese e Biellese come un polo culturale di notevole interesse. Un interesse che nasce anzitutto dalla sua storia secolare e dai suoi monumenti medievali, ma anche dal suo edificato “minore”, testimone della cultura contadina radicata tuttora sia nel concentrico sia nelle frazioni. E anche se prati e boschi hanno sostituito i campi un tempo coltivati, il connubio tra natura e costruito è tuttora in perfetto equilibrio, costituendo paesaggi degni anch'essi di essere considerati un patrimonio collettivo. Si esamina poi in dettaglio l'edificato, trattando anzitutto dei monumenti nel proprio contesto: l'antica parrocchiale di S. Secondo, un gioiello dell'XI secolo solitario tra i prati in un paesaggio incredibilmente incontaminato; la barocca chiesa di S. Marta; il ricetto fondato nel 1204, il più importante esempio in Piemonte di fortificazione collinare per la popolazione contadina. Il nucleo difeso, con la torre e tracce delle mura, conserva gran parte delle cellule edilizie al suo interno, molte in stato di forte degrado, un degrado che non cancella però i segni e l'atmosfera del tempo passato. Analoga situazione viene quindi riscontrata nel rimanente tessuto edilizio di paese e frazioni, che si connota per il suo rispetto di esigenze sia abitative sia di lavoro nelle campagne, un carattere comune a tutti i nuclei, testimoniato da corpi di fabbrica disomogenei articolati tra le vie e le corti, e da dettagli architettonici di antica maestria costruttiva e funzionale come le logge (i lobiāt) per l'essiccazione dei prodotti agricoli. Ci si augura che la diffusione della conoscenza di tutti i valori misconosciuti di Magnano possa contribuire alla loro conservazione e valorizzazione: è lo scopo che questo libro si è prefisso sin dall'inizio della ricerca, resa possibile dalla ormai consolidata collaborazione tra i ricercatori del Politecnico di Torino e l’Amministrazione locale.

L'architettura e i luoghi raccontano momenti di vita, di oggi e di ieri, a Magnano / Davico, Pia. - STAMPA. - (2016), pp. 1-208.

L'architettura e i luoghi raccontano momenti di vita, di oggi e di ieri, a Magnano

DAVICO, PIA
2016

Abstract

Il volume tratta di un piccolo paese sulle pendici della Serra morenica di Ivrea, il cui territorio vanta una posizione paesistica di tutto rilievo e una ricca storia. L'essere emarginato da importanti sistemi di comunicazione viaria, da un lato ha causato lo spopolamento di Magnano, ma dall'altro ha impedito fenomeni invasivi di nuova edificazione, mantenendolo in una sorta di limbo rispetto alla convulsa vita contemporanea, limbo in cui sono tuttora vivi usi e costumi tradizionali, tipici della cultura contadina, nel concentrico così come nelle frazioni. Questo patrimonio, naturale, costruito, culturale, è l'oggetto indagato nel volume, che ha voluto dare ampio spazio alla documentazione per immagini, onde ampliare la conoscenza dei suoi valori, già identificati in precedenti ricerche, comunicate però con strumenti di difficile accessibilità per un pubblico non specializzato. Vengono qui pertanto analizzati secondo la metodologia tipica del Rilievo Urbano (avvalendosi di indagini storiche, percettive, di misurazione, fotografiche) gli aspetti più significativi del contesto comunale, in particolare nel capitolo introduttivo dell’autrice (Architettura e ambiente, testimoni di una storia radicata nei secoli) che segue le presentazioni del Sindaco di Magnano Pierluigi Piazza e dal Direttore del Dipartimento DAD del Politecnico di Torino, Paolo Mellano. Il capitolo evidenzia quegli aspetti architettonici e paesaggistici che additano il piccolo paese tra Eporediese e Biellese come un polo culturale di notevole interesse. Un interesse che nasce anzitutto dalla sua storia secolare e dai suoi monumenti medievali, ma anche dal suo edificato “minore”, testimone della cultura contadina radicata tuttora sia nel concentrico sia nelle frazioni. E anche se prati e boschi hanno sostituito i campi un tempo coltivati, il connubio tra natura e costruito è tuttora in perfetto equilibrio, costituendo paesaggi degni anch'essi di essere considerati un patrimonio collettivo. Si esamina poi in dettaglio l'edificato, trattando anzitutto dei monumenti nel proprio contesto: l'antica parrocchiale di S. Secondo, un gioiello dell'XI secolo solitario tra i prati in un paesaggio incredibilmente incontaminato; la barocca chiesa di S. Marta; il ricetto fondato nel 1204, il più importante esempio in Piemonte di fortificazione collinare per la popolazione contadina. Il nucleo difeso, con la torre e tracce delle mura, conserva gran parte delle cellule edilizie al suo interno, molte in stato di forte degrado, un degrado che non cancella però i segni e l'atmosfera del tempo passato. Analoga situazione viene quindi riscontrata nel rimanente tessuto edilizio di paese e frazioni, che si connota per il suo rispetto di esigenze sia abitative sia di lavoro nelle campagne, un carattere comune a tutti i nuclei, testimoniato da corpi di fabbrica disomogenei articolati tra le vie e le corti, e da dettagli architettonici di antica maestria costruttiva e funzionale come le logge (i lobiāt) per l'essiccazione dei prodotti agricoli. Ci si augura che la diffusione della conoscenza di tutti i valori misconosciuti di Magnano possa contribuire alla loro conservazione e valorizzazione: è lo scopo che questo libro si è prefisso sin dall'inizio della ricerca, resa possibile dalla ormai consolidata collaborazione tra i ricercatori del Politecnico di Torino e l’Amministrazione locale.
2016
978-88-6975-141-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2657014