Notoriamente l'origine mitica del disegno – in Plinio – come ricalco di un'impronta – l'ombra – ha posto il tema del tratto grafico come una sorta di scorciatoia nelle innumerevoli mediazioni che si pongono tra l'immagine fisicamente realizzata [picture], e quella ottica e significata [visual and mental image]. Immedesimando il tratto come significante da un lato del contorno apparente e, dall'altro, come nervatura strutturale, il disegno al tratto puro ha anche cercato di surrogare lo spettacolo ottico diretto (che oggi definiamo fotografico) dei corpi, discretizzando questo spettacolo in una sorta di mappa contesa tra confini di diverso valore. In seguito i tentativi di oggettivare (referenzialmente) il tratto grafico come surrogato ottico ha portato alle consuetudini di riproduzione calcografica, divenute poi delle vere e proprie precettistiche e normative in epoca industriale, ispirate a una ferrea economia delle categorie grafiche. In queste vicende gioca un ruolo essenziale proprio la pratica del ricalco che, per quanto sia generalmente svalutata come ‘automatica’, svolge un ruolo decisivo e del tutto ‘intenzionale’ nella categorizzazione attuata attraverso il disegno. Il ricalco di trascrizione è stato innanzitutto studiato attraverso le tavole dell’editio princeps della Regola di Giacomo Barozzi. Un secondo tipo di ricalco – un secondo modo dell'impronta grafica in rapporto a quella che si reputa direttamente referenziale – ci ha portato a usare la camera lucida, assimilandone l'uso a una esperienza anch'essa di ri-­disegno dell'immagine biriflessa dal sistema prisma/retina sul foglio.

Ricalco e decantazione dell'impronta / Zich, Ursula; Comollo, Ugo; Pavignano, Martino. - STAMPA. - Idee per la rappresentazione 6. Impronte. Atti del seminario di studi:(2014), pp. 370-376. (Intervento presentato al convegno Impronte tenutosi a Siracusa (IT) nel 10 Maggio 2013).

Ricalco e decantazione dell'impronta

ZICH, Ursula;COMOLLO, UGO;PAVIGNANO, MARTINO
2014

Abstract

Notoriamente l'origine mitica del disegno – in Plinio – come ricalco di un'impronta – l'ombra – ha posto il tema del tratto grafico come una sorta di scorciatoia nelle innumerevoli mediazioni che si pongono tra l'immagine fisicamente realizzata [picture], e quella ottica e significata [visual and mental image]. Immedesimando il tratto come significante da un lato del contorno apparente e, dall'altro, come nervatura strutturale, il disegno al tratto puro ha anche cercato di surrogare lo spettacolo ottico diretto (che oggi definiamo fotografico) dei corpi, discretizzando questo spettacolo in una sorta di mappa contesa tra confini di diverso valore. In seguito i tentativi di oggettivare (referenzialmente) il tratto grafico come surrogato ottico ha portato alle consuetudini di riproduzione calcografica, divenute poi delle vere e proprie precettistiche e normative in epoca industriale, ispirate a una ferrea economia delle categorie grafiche. In queste vicende gioca un ruolo essenziale proprio la pratica del ricalco che, per quanto sia generalmente svalutata come ‘automatica’, svolge un ruolo decisivo e del tutto ‘intenzionale’ nella categorizzazione attuata attraverso il disegno. Il ricalco di trascrizione è stato innanzitutto studiato attraverso le tavole dell’editio princeps della Regola di Giacomo Barozzi. Un secondo tipo di ricalco – un secondo modo dell'impronta grafica in rapporto a quella che si reputa direttamente referenziale – ci ha portato a usare la camera lucida, assimilandone l'uso a una esperienza anch'essa di ri-­disegno dell'immagine biriflessa dal sistema prisma/retina sul foglio.
2014
978-88-904585-8-3
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