La nota permanenza dell’architetto di formazione austroungarica Bernard Rudofsky nell’area del golfo di Napoli negli anni Trenta del XX secolo, la sua collaborazione con progettisti italiani (da Luigi Cosenza a Gio Ponti), lasciano intravvedere un interesse, condiviso con altri, per la produzione edilizia e per i manufatti locali legati alla tradizione. Quanto si sta delineando come un nuovo bacino di modelli formali, cui Rudofsky attinge con i suoi progetti per Procida, Capri e per la costa, trova la sua composizione teoretica, dopo aver raccolto altri elementi sia dal bacino del Mediterraneo sia dal sud America, nella mostra che Rudofsky cura al MoMA nel 1964, “Architecture without Architects”. Il paper si propone di esplorare i rapporti tra il ruolo che Rudofsky ricopre nell’avvio del nuovo mito della mediterraneità e la definizione del progetto anonimo che costituisce uno degli aspetti di maggior interesse della sua opera in quanto progettista, direttore di riviste e catalizzatore della cultura progettuale nel secondo dopoguerra, soprattutto in nord America L’ipotesi è che questa sintesi sia favorita dall’incontro tra il “bagaglio” culturale e sentimentale che proviene dal sud Italia e la cultura progettuale statunitense, storicamente poco autoriale e legata, anche nell’architettura, alla produzione anonima.
Case e sandali: Bernard Rudofsky dalle isole del Mediterraneo al mito dell'anonimo / Dellapiana, Elena (STORIA_PROGETTO_COSTRUZIONE). - In: Immaginare il Mediterraneo. Architettura arti fotografia / Andrea Maglio, Fabio Mangone, Antonio Pizza. - STAMPA. - Napoli : artstudiopaparo, 2017. - ISBN 978-88-99130-480. - pp. 205-214
Case e sandali: Bernard Rudofsky dalle isole del Mediterraneo al mito dell'anonimo
DELLAPIANA, Elena
2017
Abstract
La nota permanenza dell’architetto di formazione austroungarica Bernard Rudofsky nell’area del golfo di Napoli negli anni Trenta del XX secolo, la sua collaborazione con progettisti italiani (da Luigi Cosenza a Gio Ponti), lasciano intravvedere un interesse, condiviso con altri, per la produzione edilizia e per i manufatti locali legati alla tradizione. Quanto si sta delineando come un nuovo bacino di modelli formali, cui Rudofsky attinge con i suoi progetti per Procida, Capri e per la costa, trova la sua composizione teoretica, dopo aver raccolto altri elementi sia dal bacino del Mediterraneo sia dal sud America, nella mostra che Rudofsky cura al MoMA nel 1964, “Architecture without Architects”. Il paper si propone di esplorare i rapporti tra il ruolo che Rudofsky ricopre nell’avvio del nuovo mito della mediterraneità e la definizione del progetto anonimo che costituisce uno degli aspetti di maggior interesse della sua opera in quanto progettista, direttore di riviste e catalizzatore della cultura progettuale nel secondo dopoguerra, soprattutto in nord America L’ipotesi è che questa sintesi sia favorita dall’incontro tra il “bagaglio” culturale e sentimentale che proviene dal sud Italia e la cultura progettuale statunitense, storicamente poco autoriale e legata, anche nell’architettura, alla produzione anonima.Pubblicazioni consigliate
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https://hdl.handle.net/11583/2680432
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