La fondazione della Società Ingegneri e Industriali a Torino costituisce un tassello del processo molto più articolato e complesso che coinvolge l’Italia e il contesto internazionale del xix secolo e del primo Novecento. Le vicende del sodalizio subalpino sono dunque espressione significativa di questa parabola che recepisce una tradizione di sociabilità informale ancora di matrice illuminista, ma ne innova in gran parte i modi e le finalità. Nel capoluogo torinese come altrove, associazioni e circoli – con uno scambio complesso che non è sempre facile decrittare – costituiscono, soprattutto sino al processo di completamento dell’unificazione nazionale, l’occasione per il confronto tra posizioni e formazioni professionali eterogenee, alla radice dell’identità professionale di architetti, ingegneri, costruttori. I collegi sono anche i luoghi dove maturano, spesso in anticipo sulle decisioni istituzionali, i dibattiti sulla gestione del territorio e della città. Nodi di una rete di rapporti anche internazionali, le associazioni dove si discute di architettura nell’Italia del XIX secolo, a Roma come a Venezia, a Milano come a Napoli, costituiscono un tratto non marginale della modernizzazione delle élites tecniche italiane, principalmente negli anni postunitari. Successivamente, tra Otto e Novecento, il dibattito in seno alle associazioni assume valenze sempre più organizzate e interrelate a livello nazionale e si sposta in direzione di una messa a punto identitaria delle prerogative professionali. The foundation of the Società Ingegneri e Industriali (Society of Engineers and Manufacturers) in Turin (1866) is part of a much more articulated process involving Italy and the international context in the nineteenth and early twentieth centuries. The history of the subalpine association is therefore significant expression of broader events, reflecting a tradition of informal sociability whose roots are in the xvii century Enlightenment, while innovative in most ways and purposes. In Turin as elsewhere in Italy, architects and engineers associations and clubs – in a way that it is not always easy to decipher – constitute, especially until the completion of national unification, the opportunity for comparing heterogeneous professional education and training, at the root of professional identity of architects, engineers, builders. Clubs and societies are also the places where the debate about territory and city takes place, often ahead of institutional decisions. Nodes in a network of relationships including international associations, in Rome as in Venice, in Milan as well as in Naples, these institutions contribute to the modernization of the Italian technical élites, mainly in the years of post-unification. Later in the nineteenth and twentieth centuries, the debate within the associations assumes a more and more organized and interrelated role at the national level, pointing at the protection of the professional prerogatives.

L'associazionismo degli architetti e degli ingegneri in Italia / Volpiano, Mauro. - In: ATTI E RASSEGNA TECNICA. - ISSN 0004-7287. - STAMPA. - LXVII:1-2-3(2013), pp. 106-114.

L'associazionismo degli architetti e degli ingegneri in Italia

VOLPIANO, MAURO
2013

Abstract

La fondazione della Società Ingegneri e Industriali a Torino costituisce un tassello del processo molto più articolato e complesso che coinvolge l’Italia e il contesto internazionale del xix secolo e del primo Novecento. Le vicende del sodalizio subalpino sono dunque espressione significativa di questa parabola che recepisce una tradizione di sociabilità informale ancora di matrice illuminista, ma ne innova in gran parte i modi e le finalità. Nel capoluogo torinese come altrove, associazioni e circoli – con uno scambio complesso che non è sempre facile decrittare – costituiscono, soprattutto sino al processo di completamento dell’unificazione nazionale, l’occasione per il confronto tra posizioni e formazioni professionali eterogenee, alla radice dell’identità professionale di architetti, ingegneri, costruttori. I collegi sono anche i luoghi dove maturano, spesso in anticipo sulle decisioni istituzionali, i dibattiti sulla gestione del territorio e della città. Nodi di una rete di rapporti anche internazionali, le associazioni dove si discute di architettura nell’Italia del XIX secolo, a Roma come a Venezia, a Milano come a Napoli, costituiscono un tratto non marginale della modernizzazione delle élites tecniche italiane, principalmente negli anni postunitari. Successivamente, tra Otto e Novecento, il dibattito in seno alle associazioni assume valenze sempre più organizzate e interrelate a livello nazionale e si sposta in direzione di una messa a punto identitaria delle prerogative professionali. The foundation of the Società Ingegneri e Industriali (Society of Engineers and Manufacturers) in Turin (1866) is part of a much more articulated process involving Italy and the international context in the nineteenth and early twentieth centuries. The history of the subalpine association is therefore significant expression of broader events, reflecting a tradition of informal sociability whose roots are in the xvii century Enlightenment, while innovative in most ways and purposes. In Turin as elsewhere in Italy, architects and engineers associations and clubs – in a way that it is not always easy to decipher – constitute, especially until the completion of national unification, the opportunity for comparing heterogeneous professional education and training, at the root of professional identity of architects, engineers, builders. Clubs and societies are also the places where the debate about territory and city takes place, often ahead of institutional decisions. Nodes in a network of relationships including international associations, in Rome as in Venice, in Milan as well as in Naples, these institutions contribute to the modernization of the Italian technical élites, mainly in the years of post-unification. Later in the nineteenth and twentieth centuries, the debate within the associations assumes a more and more organized and interrelated role at the national level, pointing at the protection of the professional prerogatives.
2013
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