Nell’Italia da poco liberata Mollino propone per l’architetto il ruolo di interprete di un concetto di libertà individuale distante da quello propagandato dalla politica nazionale: libertà non legata ai consumi ma a una rivoluzione dei costumi sociali che sarebbe stata possibile con un diverso utilizzo dell’ambiente domestico. L’architetto matura questa posizione a partire da Casa Miller: è l’origine di un tema molliniano: quello della stanza-soggiorno,con cui negli anni 30 ricercava per i suoi ambienti e committenti l’impermeabilità con l’esterno ( la politica di Stato e la natura). Una sorta di “office in the bodoir”. Questo “tipo” (elaborato con poche varianti in diverse occasioni), dopo il 1943 si trasforma nella camera versatile “without kitchen” (Dolores Hayden, The MIT Press, Cambridge-London 1981) messa in scena a New York, Chicago e San Francisco, tra il 1950-1951 in occasione della mostra Italy at Work. Le magiche stanze di Mollino sono l’ombra del modello domestico della società solidale e interclassista proposto dal cattolicesimo sociale italiano. Il saggio, oltre a proporre questa tesi e a illustrare il tipo stanza-soggiorno con materiali inediti, racconta della ricezione americana della mostra e del prototipo; dell’interesse di Rudofsky, Sartoris dell’Art Institute of Chicago; del coinvolgimento di Mollino con l’ENAPI (sostenuto da ECA) e della sua posizione radicale a favore di un modello di piccola industria e un utilizzo minimo dei macchinari.

Carlo Mollino. Prima della "scuola milanese" / Comba, Michela. - In: DOMUS. - ISSN 0012-5377. - STAMPA. - 1016(2017), pp. 33-37.

Carlo Mollino. Prima della "scuola milanese"

Michela Comba
2017

Abstract

Nell’Italia da poco liberata Mollino propone per l’architetto il ruolo di interprete di un concetto di libertà individuale distante da quello propagandato dalla politica nazionale: libertà non legata ai consumi ma a una rivoluzione dei costumi sociali che sarebbe stata possibile con un diverso utilizzo dell’ambiente domestico. L’architetto matura questa posizione a partire da Casa Miller: è l’origine di un tema molliniano: quello della stanza-soggiorno,con cui negli anni 30 ricercava per i suoi ambienti e committenti l’impermeabilità con l’esterno ( la politica di Stato e la natura). Una sorta di “office in the bodoir”. Questo “tipo” (elaborato con poche varianti in diverse occasioni), dopo il 1943 si trasforma nella camera versatile “without kitchen” (Dolores Hayden, The MIT Press, Cambridge-London 1981) messa in scena a New York, Chicago e San Francisco, tra il 1950-1951 in occasione della mostra Italy at Work. Le magiche stanze di Mollino sono l’ombra del modello domestico della società solidale e interclassista proposto dal cattolicesimo sociale italiano. Il saggio, oltre a proporre questa tesi e a illustrare il tipo stanza-soggiorno con materiali inediti, racconta della ricezione americana della mostra e del prototipo; dell’interesse di Rudofsky, Sartoris dell’Art Institute of Chicago; del coinvolgimento di Mollino con l’ENAPI (sostenuto da ECA) e della sua posizione radicale a favore di un modello di piccola industria e un utilizzo minimo dei macchinari.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11583/2700723